C’è un problema che esula dai risultati sportivi e dalle sentenze dei tribunali in casa Juve, è il problema dei conti. La nuova penalizzazione in classifica che ha visto scivolare i bianconeri al settimo posto – ai tifosi ricorderà sicuramente qualcosa di non bello – con 59 punti (-10) apre le porte di un prossimo campionato senza l’Europa che conta, quella che a Torino viene portata a casa da undici anni consecutivi e che mancava dalla stagione 2011-12, con Antonio Conte in panchina, a seguito di due settimi posti consecutivi. Ciò che è accaduto, soprattutto nei successivi nove anni, è storia.
E anche una eventuale posizione in Europa League o Conference potrebbe essere volatilizzata dalla Uefa, che sembra essere intenzionata ad intervenire nei confronti della Vecchia Signora con un ban globale: tradotto in termini poveri, Juventus fuori da tutte le competizioni europee la prossima stagione.
Ecco il primo rosso a bilancio dunque, ossia i 90 milioni che garantirebbe la Champions e che, per non scontentare Massimiliano Allegri, la Juve avrebbe sul campo con 69 punti e la seconda posizione in classifica. Il conto di una stagione senza la musica da pelle d’oca della Champions è salatissimo: il 25% del giro d’affari del club piemontese gira intorno alla "Coppa dalle Grandi Orecchie". Una stima approssimativa tra mancati premi e biglietti dello stadio, il conteggio si aggira fra gli 80 e i 90 milioni di euro, da suddividere così: circa 70 milioni di premi, fra i 7 e i 20 milioni di incasso al botteghino per le partite. Basta considerare che solo quest’anno, fra Champions ed Europa League, la Juventus ha incassato oltre 17 milioni di soli biglietti. In undici stagioni, invece, i premi si aggirano a circa 800 milioni di euro – cui bisogna aggiungere i biglietti staccati – in undici stagioni. Nella sola stagione 2016-17, quando la Juve arrivò per la seconda volta in due anni in finale di Champions, furono 110 milioni di premi Uefa e 17 dai biglietti per assistere alla cavalcata stroncata a Cardiff dal Real Madrid. Numeri da capogiro. E, com’è noto, la Champions non è solo premi e biglietti ma anche – per non dire soprattutto – contratti commerciali. Ogni contratto di sponsorizzazione siglato dai bianconeri prevede un malus in caso di mancata qualificazione all’Europa che conta. Non è ancora finita qui: più in generale, la mancata qualificazione in Champions nuocerebbe al brand Juventus a livello globale, alimentato in nove anni di successi in Italia e in Europa (due finali perse contro le due squadre, ai rispettivi tempi, più forti). E andrebbe a ricadere, in ultima analisi, sul prossimo calciomercato: sia per rinforzarsi, sia per vendere ma soprattutto per confermare (Rabiot su tutti). Il tutto senza dimenticare gli strascichi che ogni club – Juve in particolare – si porta dietro dalla pandemia di Covid-19.
Per chi pensava fosse finita qui, non è così. L’altro problema – non di poco conto anch’esso – viene dal probabile ritorno alla base dei numerosi prestiti che potevano garantire un bel tesoretto in caso di riscatto (ma così non sarà). Kulusevski, Arthur, McKennie e Zakaria – per citarne alcuni – avrebbero portato alla Juve ben 140 milioni di euro. Le quattro squadre inglesi che detengono il loro cartellino on loan non riscatteranno i giocatori che ad inizio luglio rientreranno a Torino. E se vi è la certezza che Arthur e Zakaria faranno ritorno da Liverpool e Chelsea, forse a febbraio qualcuno sperava che non fosse così per gli altri due, ma l’addio di Conte al Tottenham e le residue speranze di salvezza del Leeds fanno il resto. Anche in Italia però la situazione non è diversa: Pellegrini – 15 milioni dalla Lazio – e Pjaca – 5 milioni dall’Empoli – con tutta probabilità torneranno a casa e la Juve incasserà l’ennesimo, sonoro “no, grazie”. Siamo già a 160 milioni, cui vanno aggiunti tutti gli altri prestiti sparsi fra Italia ed Europa. Con l’esclusione dalla Champions siamo a oltre 250 milioni di euro che la Juventus non segnerà a bilancio.
Il rosso è il colore della passione, in questo caso potrebbe diventar il colore del conto del club bianconero.
In una stagione dove ancora tutto può accadere, l’ultima parola deve ancora essere sia detta che scritta, la certezza è che milioni di tifosi in ogni angolo d’Italia – e non solo – sono col fiato sospeso in attesa di sapere ciò che accadrà, sicuramente uniche vere vittime di questa situazione.È il prestigio della Juve, però, ad uscirne ancora più malconcio. Quello su cui si è sempre basata tutta la storia del club bianconero.
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