La Juventus di Thiago Motta non va. Ecco cosa non sta funzionando

La Juventus di Thiago Motta non va. Ecco cosa non sta funzionando
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La Juventus di Thiago Motta non riesce proprio ad ingranare in questa stagione. Il pareggio casalingo di sabato sera contro l'ottimo Venezia di Eusebio Di Francesco ha messo ancora una volta a nudo tutti i limiti tecnici e caratteriali di una squadra che sta facendo una fatica enorme ad assimilare il credo calcistico e i dettami del tecnico italo-brasiliano. Il punticino strappato al 94' su calcio di rigore trasformato da Dusan Vlahovic sa di mezza sconfitta visto che anni fa lo Stadium era un fortino inespugnabile, mentre oggi non è più così. Sei le vittorie in campionato contro Como e Verona nel mese di agosto, Genoa a fine settembre, Lazio a ottobre, Udinese e Torino a novembre.

Tutte le altre 10 sono state pareggiate molte di queste sono state riprese per i capelli: su tutte il 4-4 di San Siro contro l'Inter di Simone Inzaghi ma non solo visto che hanno costretto la Vecchia Signora al pareggio Roma, Empoli, Napoli, Milan, Cagliari, Parma, Lecce, Bologna e appunto il Venezia. 26 gol realizzati, 12 subiti: sono questi i numeri, poveri, della Juventus di Thiago Motta che in 22 partite non ha fatto ancora vedere una precisa identità di gioco. In Champions League la Vecchia Signora occupa il 14esimo posto, frutto di tre vittorie contro Psv, Lipsia e City, due pareggi contro Aston Villa e Lille e una sconfitta contro lo Stoccarda, ed ha tutte le carte in regola per finire nelle prime otto strappando così il pass diretto per gli ottavi di finale, soprattutto dopo la vittoria netta di mercoledì sera contro il Manchester City, in crisi di Pep Guardiola. Questo risultato sembrava potesse dare slancio ai bianconeri che invece si sono seduti ancora una volta venendo messi in scacco dal Venezia.

Mercato sbagliato e infortuni

La Juventus ha investito tantissimo sul mercato che ha portato in dote diversi giocatori: Michele Di Gregorio, Douglas Luiz, Kephren Thuram, Teun Koopmeiners, Juan Cabal, Nico Gonzalez più i prestiti, che diventeranno quasi certamente acquisti, di Pierre Kalulu e Francisco Conceincao. Oltre 183 milioni di euro investiti per essere a meno nove punti dall'Atalanta di Gian Piero Gasperini capolista e ad oggi fuori virtualmente dalla Champions League. In estate sono state fatte scelte precise come puntare tutto su Dusan Vlahovic che sta continuando a deludere le aspettative e che ieri sera ha battibeccato con una parte della curva della Juventus che ha anche intonato nei suo confronti un coro per niente simpatico. Si è scelto di puntare su Arkadiusz Milik come vice Vlahovic, ma in realtà il polacco è ai box da inizio stagione, e si è deciso di scaricare Moise Kean che sta invece oggi facendo le fortune della Fiorentina di Raffaele Palladino. Sul banco degli imputati, dunque, ci è salito Cristiano Giuntoli che a gennaio proverà a mettere delle pezze sia in difesa che in attacco visti i troppi infortuni.

Juan Cabal e soprattutto Gleison Bremer sono stati molto sfortunati, con i rispettivi infortuni alle ginocchia, ed hanno chiuso anzitempo la stagione, ma in questa prima fase di stagione ci sono stati anche tanti infortuni muscolari che hanno fatto saltare diverse partite a giocatori come Douglas Luiz e Nico Gonzalez che non si sono ancora integrati a pieno, soprattutto il primo su cui sono stati investiti ben 50 milioni di euro. C'è poi da risolvere il "dilemma" Koopmeiners: l'ex Atalanta pagato 60 milioni di euro più bonus ha finora recitato scena muta risultato un corpo estraneo alla squadra e quasi un peso per come non sta riuscendo ad incidere. Finora gli unici tre ad aver confermato la bontà dell'investimento sono il portiere Di Gregorio, Kalulu e Conceincao che però sono ancora tecnicamente di proprietà di Milan e Porto e dunque arrivati in prestito e sul finire del calciomercato estivo.

Ora ci sarà il Cagliari in Coppa Italia, il Monza in campionato in trasferta e Fiorentina-Juventus come ultima partita di questo 2024 prima di affacciarsi alla semifinale di Supercoppa Italiana contro il Milan in programma il 3 gennaio in Arabia Saudita. Servirà un'inversione di tendenza per cercare di staccare il pass per il turno successivo nella coppa nazionale, non perdere ulteriore terreno in campionato e cercare magari di vincere il primo trofeo stagionale battendo i rossoneri e vincendo poi l'ipotetica finale contro una tra Inter e Atalanta che si sfideranno nell'altra semifinale.

I fischi dello Stadium sono stati emblematici contro il Venezia, sintomo che la misura è colma e la pazienza è finita. Motta ha sciorinato un buon calcio a Bologna ma non sta facendo lo stesso a Torino e soprattutto, al momento, non sta ancora ottenendo i risultati sperati.

Da Mottaland a Mottaout è un attimo, soprattutto sui social network e l'intelligente tecnico bianconero sa che è arrivato ad un punto di non ritorno visti anche i continui paragoni con il suo recente e discusso passato Massimiliano Allegri.

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