L’addio al calcio dell’”altro” Rossi: il Pepito amato come Pablito…

A capire le potenzialità di un baby Rossi, non ancora Pepito, fu Alex Ferguson. Al Villarreal ha offerto il meglio del suo repertorio

L’addio al calcio dell’”altro” Rossi: il Pepito amato come Pablito…
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Gabriel Batistuta e Luca Toni in ballottaggio per il ruolo del “bello”; Antonio Cassano (il “brutto”); sir Alex Ferguson (il “cattivo”). La partita di addio di Giuseppe (Pepito) Rossi come un film western di Sergio Leone. L’ultimo calcio al pallone, "l’altro” Rossi del football italiano, Giuseppe, lo darà il 22 marzo nello stadio “Franchi” della “sua“ Firenze. Trentotto anni, nato a Teaneck, New Jersey, ma orgoglio tutto tricolore nonostante la doppia cittadinanza statunitense, Rossi è stato un talento puro che la sfortuna ha tentato (invano) di bloccare. Tanti infortuni, dai quali Giuseppe ha sempre saputo rialzarsi.

Ai tempi della nazionale azzurra Bearzot gli mise il soprannome di Pepito, anche questo evocativo del celeberrimo Pablito dell’omonimo Rossi (Paolo). Due grandi campioni, Pepito e Pablito, entrati pur in contesti diversi nel cuore dei tifosi. Quella di Paolo fu una carriera tutta interna al nostro Paese (ma grazie alle magie di Espana '82 con un’eco mondiale), il percorso di Giuseppe è stato invece per lo più un percorso da “emigrato” che però ha trovato una parentesi esaltante a Firenze. Tre anni in viola eccezionali. E non a caso Pepito per la sua partita di commiato al calcio ha scelto la città del Giglio.

Il 22 marzo, c’è da scommetterci, lo stadio “Franchi” sarà gremito per salutare l’eroe, tra l’altro, di una storica rimonta (4-2) contro l’odiata Juve, con Pepito autore di una tripletta in quel magico 20 ottobre 2013 quando, dopo 16 anni di tormentata attesa, i Viola riuscirono a battere i bianconeri andati in vantaggio al Franchi addirittura sul 2 a 0 nei primi minuti del match. Ci sapeva fare con i gol Pepito come sanno bene a Villarreal dove Rossi ha offerto il meglio del suo repertorio di attaccante di razza.

A parte le 21 reti messe a segno nelle competizioni europee, Rossi ne ha totalizzate altre 65 tra la Liga Primera Division e la Premier League, risultando il secondo calciatore italiano ad avere segnato più gol in uno dei quattro principali campionati europei all'infuori della nostra Serie A; ina manciata di gol anche in azzurro, frenato solo da quel ginocchio malandato che e’ sempre stato la sua croce.

A capire le potenzialità di un baby Rossi, non ancora Pepito, fu Alex Ferguson che lo svezzò al Manchester United prima di “cederlo” al Newcastle e che il 22 marzo ha accettato di tornare in panchina, ospite d’onore della festa presentata ieri a Firenze e durante la quale Rossi ha svelato di essere stato a un passo dall’essere acquistato dalla Juve prima e dal Barcellona poi, su espressa richiesta di Messi. Era il momento d’oro di Pepito, che poi ha girovagato a vuoto tra Levante, Celta Vigo, Genoa, Real Salt Lake, Spal.

Ma le grandi soddisfazioni e i gol a raffica erano ormai un ricordo: solo 15 gol in sette anni e quel maledetto ginocchio a dargli il tormento.

Eppure Pepito il sorriso non l’ha mai perso. E il 22 marzo un intero stadio sorriderà per lui. Ringraziandolo di tutto, ma principalmente per quei tre storici gol alla Juve…

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