L'urna di Nyon è stata soltanto relativamente benevola con l'Inter. Certo, Real, City e Bayern preoccupavano di più. Anche lo stesso Napoli, toccato in sorte ai cugini rossoneri, era uno spauracchio decisamente da scansare. Ma chi pensa che il Benfica possa essere un arnese facilmente maneggiabile è totalmente fuori dal seminato. Per i lusitani parlano i fatti. Non sarà affatto una passeggiata di salute.
Benfica, il cammino in Champions
La squadra di Lisbona ha compiuto fino a qui un percorso scintillante. Prima nel girone che vedeva inquilini del calibro di PSG e Juve, piazzando i gomiti proprio davanti ai francesi. Ha sconfitto i bianconeri di Allegri in entrambi gli incontri, sia a Torino che al Da Luz. Poi ha bloccato per due volte sul pari i giganti francesi. Il confronto successivo, gli ottavi contro i belgi del Club Brugge, ha evidenziato una superiorità dilaniante da parte di Joao Mario e compagni. Quel che più rileva, mano a mano che si affastellano le stagioni, è che il Benfica pare a tutti gli effetti un animale da Champions. Ruvidi, ma tecnici. Palleggiatori intensi, ma efficaci all'occorrenza.
Joao Mario e Goncalo Ramos le stelle lusitane
Allenato da Roger Schmidt, alias uno dei tecnici che più radicalmente provano ad influenzare il calcio europeo con idee tanto argute quanto intransigenti, il Benfica è una squadra solida in ogni reparto. Gioca per solito con la difesa a quattro, due mediani a giostrare in mezzo e tre mezze punte dietro al centravanti. Portiere affidabile, un vecchio mestierante come l'argentino Otamendi a comandare la difesa, composta sugli esterni dai fluttuanti Grimaldo e Bah, mentre accanto a lui si piazza sovente Antonio Silva.
A centrocampo si smazzano spesso gli efficaci Florentino e Cicquinho, mentre il trio di fantasisti è composto da Joao Mario, David Neres e Aursners. La punta è quel Goncalo Ramos che ha sopreso ai mondiali quatarioti e che seguita a flirtare parecchio con lo specchio: sono 15 i centri in stagione per il pericolo pubblico numero uno. L'altro astro lucente che dovrà essere appannato è proprio un ex scarto dell'Inter: Joao Mario sta proponendo una stagione spaziale, con quindici reti ed una quantità di assist e giocate sontuose. Una trasformazione impensabile, guardando al giocatore spompato che vestiva la maglia nerazzurra.
Quella finale di coppa dei campioni nel 1965
Tra gli incroci custoditi dal passato ce n'è senz'altro uno particolarmente significativo. Il 27 maggio del 1965 si disputò a San Siro la decima finale della Coppa dei Campioni: in campo, appunto, i campioni d'Italia dell'Inter contro il Benfica.
I nerazzurri si imposero per 1-0 davanti a 77mila spettatori, grazie al gol del fuoriclasse brasiliano Jair. La pioggia torrenziale di quella sera non favorì lo spettacolo, ma quello fu uno dei momenti più luminosi della storia interista.
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