L'Inter ha perso in casa contro l'Empoli di Paolo Zanetti e molto probabilmente ha compromesso definitivamente la possibilità di poter vincere lo scudetto a meno di clamorosi suicidi sportivi da parte del Napoli, ora distante 13 punti. La responsabilità della debacle contro i toscani e del girone d'andata insufficiente con soli 37 punti e ben sei sconfitte sul groppone è sicuramente del timoniere della squadra nerazzurra: Simone Inzaghi, uomo in meno di questa giornata di campionato al pari del suo collega rossonero Stefano Pioli, che ha letteralmente perso il controllo del suo Milan.
Se la Milano nerazzurra piange, quella rossonera in questo momento non è messa meglio. Dopo la vittoria per 2-1 sul campo della Salernitana, lo scorso 4 gennaio, nelle successive 5 partite sono arrivati due pareggi contro Roma e Lecce e tre sconfitte, contro il Torino in Coppa Italia per 1-0, contro l'Inter nella finale di Supercoppa Italiana per 3-0 e quella di ieri sera, pesantissima, contro la Lazio di Maurizio Sarri che si è imposta con un nettissimo 4-0. Pioli e Inzaghi, dunque, a braccetto sono i due "uomini in meno" di questa giornata di campionato.
Crisi Milan
Il Milan campione d'Italia sembra aver finito la benzina, esaurito le motivazioni e perso il suo spirito battagliero: qualità che gli hanno permesso di vincere lo scudetto nella scorsa stagione. Dal 5 febbraio 2022, giorno della rimonta nel derby che ha dato il via alla rimonta tricolore, fino a fine 2022, il Diavolo ha ottenuto ottimi risultati e dimostrato di avere un gruppo coeso e unito verso un unico obiettivo: la vittoria.
Quel Milan, però, non sembra esserci più e dal pareggio contro la Roma ha segnato solo 4 reti, non ha mai vinto, ha perso 3 partite e ha subito la bellezza di 12 gol, un'enormità per quella che era una difesa ermetica fino a fino del 2022. Ventiquattro i gol subiti, 35 quelli realizzati e un secondo posto che sembra vacillare giornata dopo giornata. Nel prossimo turno di campionato il Diavolo ospiterà domenica 29 gennaio il Sassuolo di Alessio Dionisi bisognoso di punti perché 17°o in classifica e a soli 5 punti dalla zona retrocessione. Pioli sembra preoccupato e frastornato: servirà da subito invertire la tendenza perché dopo i neroverdi ci sarà un altro derby in campionato, domenica 5 febbraio, e bisognerà rialzare la testa.
La versione di Pioli
Stefano Pioli ci ha messo la faccia al termine di Lazio-Milan ai microfoni di Dazn: "Come si spiega questo ko? Si può spiegare tornando velocemente a Milanello a lavorare bene, non stiamo mettendo in campo prestazioni all'altezza delle nostre possibilità. Sono tante le cose che non funzionano: aspetto mentale, tattico... Son qui a parlare perché devo, perché altrimenti bisognerebbe star zitti e lavorare sicuramente meglio".
Il tecnico rossonero sta forse rivivendo i fantasmi di Bergamo del dicembre del 2019: "È un momento delicato. Nelle ultime due settimane e mezzo non abbiamo portato a casa né prestazioni né risultati ed è chiaro che dobbiamo far meglio tutti. Se sono preoccupato? Non è semplice. Le cose non ci vengono bene. Oggi abbiamo creato situazioni per essere pericolosi. Il problema oggi non è troppo quando abbiamo la palla, ma quando siamo senza non ci sono coperture e lucidità, serve una comunicazione più chiara".
Pioli ha poi spiegato quale pensa possa essere lo strumento per tornare a vincere: "Conosco solo un modo per migliorare: lavorare. Sono situazioni che si ripetono da più partite e sulle quali dobbiamo lavorar bene, perché continuare a fare questi errori significa complicare la partita sotto l'aspetto tattico e mentale; tutti questi risultati negativi portano. negatività".
Il tecnico del Milan ha glissato sia sulla lotta scudetto, che sembra andata, e sul possibile arrivo di Zaniolo dalla Roma: "Noi dobbiamo riprendere a giocare come sappiamo: questo è il nostro primo obiettivo e dobbiamo farlo il prima possibile. Riprendiamo il nostro cammino e il nostro percorso, cercherò di parlar meno e di lavorare di più. Se serve Zaniolo? Non lo so. Stasera parliamo della partita, altre cose vediamo nei prossimi giorni".
Pazza Inter
Inzaghi ha deciso di far riposare solo due calciatori dopo la grande vittoria in Supercoppa, Francesco Acerbi e Joaquin Correa sostituiti da Stefan de Vrij e Joaquin Correa (ancora una volta impalpabile). Matteo Darmian, Federico Dimarco e Henrix Mkhitaryan avrebbero forse necessitato di riposo in favore dei più freschi Denzel Dumfries, Krjstian Asllani e Robin Gosens. In realtà l'olandese non è nemmeno sceso in campo con l'ex allenatore della Lazio che ha scelto di buttare nella mischia lo spaesato Raoul Bellanova.
Le colpe di Simone Inzaghi sono evidentim soprattutto nel momento in cui ha deciso di rientrare in campo dagli spogliatoi per il secondo tempo togliendo una punta, Correa, per inserire un terzino come Bellanova. Con questa mossa il tecnico piacentino si è letteralmente consegnato ai toscani con Lautaro Martinez solo e isolato là davanti. ;a mossa più giusta sarebbe stata inserire un'altra punta al posto di Correa con uno tra Lukaku e soprattutto Edin Dzeko.
La versione di Inzaghi
La papera di André Onana sul gol di Baldanzi, la prima della sua stagione all'Inter, e l'espulsione di Skriniar (che sembra aver la testa da un'altra parte vista la questione relativa al rinnovo di contratto che non avverrà), hanno completato la serata più nera che azzurra, ma la responsabilità della sconfitta contro l'Empoli è tutta di Inzaghi che al termine del match a Sky Sport ha ammesso: "Tredici punti di ritardo sono tanti Chiudiamo il girone d'andata con 37 punti e diversi rimpianti: dobbiamo pensare partita dopo partita, ci sono tante squadre in pochi punti. Il Napoli sta facendo un campionato a parte, noi dobbiamo lottare con le altre".
Inzaghi ha poi analizzato il match di San Siro: "Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile. Non è stata una delle nostre migliori serate, ma l'inferiorità numerica ci ha chiaramente penalizzati: l'Empoli stava correndo tantissimo, in 11 contro 11 sarebbe potuto cambiare qualcosa. Nel secondo tempo, quando sembrava che stessimo tenendo le distanze, abbiamo preso un gol in ripartenza a causa della troppa generosità e della voglia di fare. Sapevamo di trovare un avversario di valore. In parità numerica, probabilmente sarebbe stata una partita diversa: anche con la traversa nel finale si è capito che non sarebbe stata una serata fortunatissima per l'Inter".
Inzaghi ha poi parlato dell'espulsione di Milan Skriniar: "Non ho ancora rivisto gli interventi. Una doppia ammonizione in casa al 40' non mi era mai capitata in tutti questi anni che alleno. Lo vedo sempre tranquillo, ma so che c'è una fase di stallo per quanto riguarda il suo rinnovo di contratto. La società sta lavorando con lui e con gli altri giocatori in scadenza".
I nuovi obiettivi
Ora all'Inter non resterà altro che fare più punti possibili per non rischiare di rimanere fuori dalla zona Champions League e per sperare di avere ancora qualche chance scudetto (ma serve che il Napoli perda diverse partite e ad oggi sembra difficilissimo). Inoltre, i nerazzurri dovranno anche disputare una grande Champions League e una buona Coppa Italia (magari riconfermandosi campione) per non rendere la stagione negativa, nonostante la vittoria in Supercoppa Italiana.
Il Milan è messo praticamente come l'Inter, con la Coppa Italia in meno, e con l'aggravante di aver perso la finale di Supercoppa Italiana. Ai rossoneri non resta che andare avanti il più possibile in Champions League e per farlo dovrà avere la meglio sul Tottenham dell'ex Inter e Juventus Antonio Conte ma sopratttuto dovrà stare attento, come i nerazzurri, a non sottovalutare Lazio, Roma e Atalanta che sono ormai tutte lì per giocarsi la qualificazione alla Champions League.
E fortuna che per le due milanesi, la Juventus ha subito un meno 15 in classifica che toglie di mezzo dunque una potenziale rivali per gli ultimi tre posti che
valgono la Champions League. Pioli in un modo e Inzaghi in un altro sono sicuramente stati i due peggiori della 19esima giornata e per questa ragione vincono la palma di "uomo in meno" di questa settimana.
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