"Maradona che rimpianto...". Così il Cav ricorda Napoli-Milan degli anni d'oro

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Silvio Berlusconi ricorda le grandi sfide tra il suo Milan e il Napoli di Maradona, svelando un retroscena proprio sul Pibe de Oro

"Maradona che rimpianto...". Così il Cav ricorda Napoli-Milan degli anni d'oro

Nessuno come Silvio Berlusconi conosce il fascino di Napoli-Milan. Le sfide epiche di fine anni 80' con Maradona e Careca da una parte e i tre olandesi Gullit, Van Basten e Rijkaard dall'altra resteranno per sempre tra le pagine più belle del calcio italiano. In occasione della sfida di stasera (che precede il doppio confronto in Champions), in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, il Cavaliere ha parlato delle due squadre. Un tuffo nostalgico nel passato con uno sguardo al presente come se il tempo non fosse mai passato.

"Quel Napoli-Milan dell'88..."

Trentacinque anni fa il Milan di Arrigo Sacchi espugnò il San Paolo. Una vittoria che lanciò i rossoneri alla conquista dello scudetto e che segnò l'inizio di una nuova era, un ciclo di vittorie che porterà il Milan di Berlusconi più volte sul tetto d'Europa e del Mondo.

"Se ripenso alla sfida di 35 anni fa a Napoli che ci diede lo scudetto ho tanti ricordi, tante emozioni. Su tutte, mi commuovo ancora a pensare all’applauso che il meraviglioso pubblico di Napoli ci tributò a fine partita. Una prova di stile e di sportività straordinaria, una delle ragioni per le quali Napoli è e sarà sempre nel mio cuore. Di quella partita non posso dimenticare uno strepitoso, inarrivabile Gullit, due realizzatori straordinari come Virdis e Van Basten, ma anche un meraviglioso gol di Maradona su punizione. Uno di quei miracoli calcistici che solo lui sapeva fare".

"Quel giorno, superando quel Napoli fortissimo, il mio Milan vinse di fatto il suo primo scudetto. Il primo trofeo di un’epopea senza uguali - condotta con uno straordinario dirigente e un vero amico come Adriano Galliani -, un’epopea che fece del Milan la squadra più titolata al mondo e che fa di me tuttora il Presidente di Club che ha vinto più titoli nella storia del calcio mondiale. Secondo la Fifa, quel Milan di Arrigo Sacchi ha giocato il più bel calcio della storia. In realtà è difficile dirlo, ma certamente l’emozione di veder giocare quella squadra, in partite come quel Napoli-Milan, era ineguagliabile. Sono contento che mio padre, che mi aveva condotto per mano, fin da bambino, a gioire e soffrire per il Milan, quel giorno ci fosse ancora".

Il rimpianto Maradona

Come ci sarebbe stato Diego Armando Maradona nel Milan stellare di Sacchi? Un dubbio che assale non solo i tifosi milanisti ma tutti gli amanti del calcio, ancora di più dopo il retroscena di Berlusconi, che ha confessato di essere stato molto tentato di acquistare il Pibe de Oro.

"Non averlo preso resta un rimpianto profondissimo, e non solo perché Maradona è stato il più grande giocatore della sua generazione. Era una persona fragile, forse la disciplina e l’attenzione ai singoli che c’era nel mio Milan lo avrebbero aiutato a evitare alcuni errori. Però quel giorno, parlando con lui, mi resi conto di una cosa: Maradona era Napoli, era il simbolo e la bandiera del più grande Napoli della storia, almeno fino a oggi. Le bandiere non si comprano e non si spostano. Sarebbe stato come prendere il cuore di un’intera città e trasferirlo a Milano. Sarebbe stato ingiusto, non si poteva fare. Lo stesso Diego, che aveva una grande sensibilità, condivideva questa valutazione".

Napoli-Milan di oggi

Il Napoli di Spalletti ha praticamente lo scudetto in tasca grazie all'esplosione di due grandi talenti, Kvaratskelia e Osimhen, entrambi piacciono molto a Berlusconi.

"Giocatori come Kvaratskhelia oppure Osimhen ben figurerebbero in qualunque squadra al mondo. In questo senso l’infortunio di Osimhen è davvero un peccato: toglie alla sfida con il Milan un elemento di grande fascino. In ogni caso, oggi il Napoli è davvero una grande squadra, una delle migliori in Europa, sta dominando il campionato con assoluto merito e per il Milan sarà un avversario durissimo".

Meglio Kvara o Rafael Leao? "Difficile rispondere, sono due grandissimi giocatori che hanno caratteristiche diverse. Forse Kvaratskhelia è un giocatore più completo, però Leao è più ‘da Milan’, ha uno stile di gioco che nei momenti migliori mi ricorda i più grandi del nostro Milan". Capitolo Milan:"Devo fare una premessa: sono sempre un tifoso del Milan e ovviamente guardo le vicende dei rossoneri con grande partecipazione. Ma sono anche l’ex presidente del Milan e oggi il presidente di un’altra squadra di Serie A. Non sono dunque in condizione di dare consigli di questo genere, anche per rispetto dell’attuale proprietà. Posso solo dire che ho molta stima di Pioli e che quella del Milan è davvero una stagione strana, un po' a fasi alterne. Il Milan ha giocato delle partite bellissime ma ha avuto cedimenti inspiegabili".

Per chi tiferà stasera il Cavaliere? "Io mi limiterò a tifare Milan, con un po’ di sofferenza, perché Napoli è davvero la mia seconda città, a cui sono legatissimo anche da ragioni familiari.

E poi ho scritto più di cento canzoni in lingua napoletana!". "Quale calciatore vorrei al Milan? Haaland o Mbappé. Sono il presente e il futuro del calcio. E voglio terminare con un ‘Forza Milan’, che mi viene dal cuore".

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