Dopo oltre 12 anni e 19 titoli è finita l'era Agnelli alla Juventus. L'intero consiglio d'amministrazione ha rassegnato le dimissioni con in testa l'ormai ex presidente, il vicepresidente Pavel Nedved e l'ad Maurizio Arrivabene. Il 47enne, rampollo della famiglia Agnelli, ha voluto però congedardi con una lettera ai dipendenti:"Stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita", un estratto della lettera di Agnelli.
Il congedo dell'ex presidente
Agnelli ha iniziato così la sua lettera d'addio: "Cari tutti, giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere. Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra. Siamo abituati per storia e DNA a vincere", l'attacco della lettera di Andrea Agnelli.
L'ormai ex presidente del club bianconero ha poi analizzato le vittorie sotto la sua gestione, non solo di campo: "Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, 9 scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, 5 scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l’accordo con Adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo UEFA, il J|Museum e tanto altro".
Una marea di ricordi
Andrea Agnelli ha poi citato alcuni stati storici in cui la Juventus è riuscita o meno a compiere imprese ed ha parlato della compattezza della squadra facendo un parallelismo con la situazione societaria: "Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Geōrgios Karaiskakīs, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno. Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni: stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno".
Qui, infine, la decisione di fare un passo indietro per il bene della società di corso Galileo Ferraris e un augurio per chi verrà: "Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita. La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all’altezza della storia della Juventus.
Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: “And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music”. Ricordate, ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve! Fino alla fine…".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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