Galliani chiama, Sala risponde. Una telefonata può allungare la vita; compresa quella dello stadio San Siro: secondo un sondaggio, il quarto «monumento» più amato dai milanesi alle spalle di Duomo, Castello Sforzesco e Scala. Basterebbe questo per rendere improponibile l`ipotesi (benché qualcuno abbia avuto l`ardire di avanzarla) di «abbattere il Meazza»: una cattedrale sportiva che il mondo ci invidia non come memoria storica del Calcio, ma anche per l`estetica di un`architettonica «fluida» al passo con i tempi. Un maestro della progettualità postmodernista come Paolo Portoghesi (morto l`altroieri) ne era convinto; peccato che Inter, Milan e sindaco Sala fatichino a recepire la valenza di un messaggio estraneo al neocostruttivismo modaiolo.
Ma l`amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, questa sensibilità ce l`ha. Da qui il senso della sua proposta al primo cittadino della città con due tra le squadre più prestigiose del football internazionale. Giuseppe Sala, com`è nel suo stile, ha colto la palla al balzo per fare «melina».
Ma il buon Adriano, da ex calciatore (dai piedi un po` ruvidi) entra in tackle: «Ma San Siro lo affitteresti a noi del Monza?», la domanda decisa come un`entrata di Gentile su Maradona. Sulla possibilità di far giocare il Monza al Meazza, per adesso, Sala dribbla con classe, manco fosse Rivera o Mazzola: «Il tono era scherzoso però Galliani è una persona ambiziosa, io lo conosco da tanti anni.
Credo che si siano infilati in questa avventura, lui e Berlusconi, certamente per la passione ma anche per ambizione». E poi: «Si è trattato di una telefonata interlocutoria che tuttavia ho apprezzato e comunque conoscendo il personaggio ho pensato: "Non si sa mai"».E ora la partita è tutta da giocare.
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