Morto Duckadam, parò 4 rigori nella finale '86 di Coppa dei Campioni

L'ex portiere della Steaua Bucarest è entrato nella leggenda grazie alla finale di Coppa dei Campioni '86, vinta contro il Barcellona ai calci di rigore

Morto Duckadam, parò 4 rigori nella finale '86 di Coppa dei Campioni

Il calcio rumeno è in lutto per la scomparsa all'età di 65 anni di Helmut Duckadam, il leggendario portiere della Steaua Bucarest vincitrice della Coppa dei Campioni nel 1986. L'ex portiere sarebbe morto questa mattina all'ospedale militare centrale. Secondo quanto riferisce la stampa rumena l'ex numero uno ha dovuto affrontare diversi problemi di salute negli ultimi anni e nel settembre 2024 è stato operato a cuore aperto.

Quella notte magica del 7 maggio del 1986, Duckadam fu l'eroe assoluto della Steaua Bucarest di Emerich Jenei, la prima squadra dell'Est a laurearsi campione d'Europa, che a Siviglia superò 2-0 ai rigori il Barcellona di Terry Venables. Duckadam riuscì nell'impresa di parare tutti e quattro i tiri dei giocatori catalani. Rientrato in patria e celebrato come una star, appena pochi mesi dopo, la sua stella si sarebbe eclissata per sempre, in circostanze misteriose e mai del tutto chiarite.

Dalla notte di Siviglia al ritiro misterioso

Gli spettatori al Sanchez Pizjuan sono circa 70 mila, ma i rumeni sono pochissimi, per via delle restrizioni sull'espatrio imposte dal regime di Ceausescu. Il Barcellona è nettamente favorito ma sa poco dei rumeni, che si trovano dall'altra parte della Cortina di ferro. I 90 minuti regolamentari scorrono invece via senza grandi sussulti, con le due squadre che pensano più a non prenderle. Ai rigori Duckadam dà vita un testa a testa all'ultimo respiro con il collega Urruti. Il primo rigore lo calcia Majeauru. Il rumeno è un rigorista ma calcia debole e centrale, e Urruti para. Il portiere della Steaua risponde tuffandosi sulla destra per neutralizzare il tiro di Alexanko.

Secondo giro e ancora una volta sono i due portieri i grandi protagonisti: Urruti para la conclusione di Boloni, Duckadam quella di Pedraza, tuffandosi nuovamente sulla destra. Dopo 4 tiri dal dischetto regge ancora lo 0-0, ma alla lunga il suo gioco psicologico con gli avversari si rivela vincente: mentre Lacatus e Balint trasformano con freddezza i tiri dal dischetto per la Steaua, Duckadam neutralizza anche le conclusioni di Pichi Alonso, tuffandosi per la terza volta sul lato destro, e di Marcos Alonso, letteralmente ipnotizzati. Al 4° tiro parato su quattro, l'apoteosi: la Steaua Bucarest, sovvertendo tutti i pronostici, è campione d'Europa.

La straordinaria prestazione fornita contro il Barcellona porta a Duckadam fama e gloria. Il portiere rumeno è nominato 'Eroul de la Sevilla'. Al rientro in patria ad attendere i protagonisti dell'impresa una grande festa, con la squadra ricevuta dal dittatore Nicolae Ceausescu. Quest'ultimo tuttavia si dimostrerà piuttosto distaccato, con Duckadam e con l'intera Steaua. "Fummo ricevuti da Ceausescu dopo la finale col Barcellona e rimanemmo sorpresi dalla sua freddezza. - ricorda l'ex portiere - Addirittura, ci disse che, se ci fossimo preparati meglio, avremmo potuto vincere nei 90 minuti!".

In quel momento Duckadam era senza dubbio fra i portieri più forti d'Europa. Lo stesso 'Corriere dello Sport' il giorno dopo il trionfo titolò: "Superman è rumeno". Ma se per i tifosi era diventato un mito, per il regime restava uno di cui non ci si può fidare, a causa del suo modo di porsi fuori dal coro e della scarsa obbedienza. Fu omaggiato ma non incensato, ringraziato e applaudito, ma non divenne mai un simbolo da esibire.

Molti club iniziano a farsi avanti con la Steaua per avere Duckadam, fra questi c'è anche il Manchester United di Sir Alex Ferguson. Non se ne farà nulla, anche perché, poche settimane dopo il trionfo di Siviglia, dell'estremo difensore si perde ogni notizia. A questo punto storia e leggenda si mescolano, e non è chiaro ancora oggi come siano realmente andate le cose. Di fatto non avrebbe più giocato una partita con la maglia della Steaua.

Ricoverato d'urgenza in ospedale a Bucarest, dove sarebbe stato tenuto 2 mesi, ha rischiato l'amputazione del braccio destro, salvandosi solo grazie alla bravura dei medici. Ripresi gli allenamenti, quelle braccia non saranno più quelle di un tempo. Riappare soltanto a dicembre, quando è aggregato da 'turista' al seguito della squadra a Tokyo per la finale di Coppa Intercontinentale contro il River Plate. Poi la fredda comunicazione datagli dal club e dal regime: la sua carriera era finita in anticipo a soli 26 anni.

A riguardo sono state fatte varie ipotesi, alcune fantasiose, altre più realistiche, e lo stesso portiere, di recente, ha dato una sua versione dei fatti, smentendo quanto era stato detto in precedenza. La prima teoria è quella che sotto l'input di Nicu Ceausescu siano intervenute le milizie segrete della Securitate, le quali abbiano voluto fargliela pagare, spezzandogli le mani che avevano fatto vincere la Coppa dei Campioni alla Steaua.

Forse per una Mercedes donatagli dal Real Madrid o da re Juan Carlos in persona per aver battuto il Barcellona, che Nicu Ceausescu avrebbe voluto per sé, senza ottenerla.

O forse, sostengono altri, soltanto per il suo rifiuto a partecipare a qualsiasi tentativo di combine delle partite, le quali erano molto care al figlio del dittatore, sempre più dedito al gioco d'azzardo. Una storia piena di dubbi e di misteri. Il mito di Duckadam però resterà vivo per sempre.

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