Chissà mai se quel lontano allenatore se lo sarebbe immaginato con la maglia dell`Inter: lo chiamava Sheva. Perché Dzeko amava Shevchenko. «Era il mio idolo». E l`allenatore lo vedeva biondo e nel suo giocare intuiva la bellezza estetica del campione ucraino. Ieri sera Sheva era a San Siro, a bordo campo. Ha sorriso ricordando le parole di quel tecnico. Dzeko gli piace. «È un grande campione, usa bene i due piedi. Sa sempre dove arriva il pallone», ha approfondito nell`elogio. Neppur sette minuti di partita e l`inesorabile cecchino che sta in Dzeko ha confermato. Sheva che te ne pare? Un gol per mandare in tilt il Milan, un sinistro al volo da museo dell`arte del calcio.
Dentro il Meazza ha preso a soffiare il vento dell`est, non un venticello tiepido ma un turbinio da metter freddo cane al pubblico milanista. Diranno gli interisti: Macchè freddo! Un vento che scaldava il cuore. Il gol di Dzeko, il bosniaco dai gol che contano (29 in Champions) e poco dopo ecco soffiare velenoso il calcio e il tiro da prestigiatore di Henrix, che può essere Henrikh, Mkhitaryan, figlio di due russi nato in Armenia. "Mkhi" come lo chiamano gli interisti è un artista del recuperare palla, un mago nel farti sparire il pallone dalla vista.
Mkhi armeno, Dzeko bosniaco, il vento dell`est che nel loro giocare è il vento dell`estetica grazie a piedi che pennellano calcio bello. Ed anche importante, perché Dzeko era già il calciatore più anziano ad aver segnato in un tutte le storie del derby, insidiato solo da Giroud, 37 anni a testa, ma curriculum da tenori. Ieri sera Edin ha ribadito la laurea, allungando le benemerenze perché è diventato il calciatore che ha segnato gol con due diverse squadre italiane in una semifinale di Champions: l`altro lo rifilò al Liverpool con la Roma nel 2018. Pure quel gol valse un piccolo record: il bosniaco divenne il giocatore ad aver segnato per 5 partite di fila in Champions nella storia romanista. Ma i gol di ieri regalano altri sapori e forse una sorta di maledizione sul Diavolo. "Mkhi" segnò contro il Milan anche in Europa league, ma allora giocava nell`Arsenal. C`è voluta la storia italiana per regalare soddisfazioni che in Inghilterra non ha trovato, soprattutto quando si è trovato Mourinho, guarda caso un eroe interista, in panchina.
Invece che dire della incredibile storia che racconta il rapporto fra Dzeko e il Milan? Ci fu un tempo in cui, lui stava al Wolfsburg, Galliani gli mandò un contratto da firmare dicendogli: «Verresti a giocare con un pallone d`oro?». Che poi era Ronaldinho. E lui pronto, ma tutto saltò. Stavolta ha dimostrato che il Milan aveva visto giusto: non solo gol, ma una partita da autentico cigno calcistico. Quest`anno è stato una sorta di fustigatore. Ha rifilato al Diavolo il secondo gol nella finale di Supercoppa, e ieri lo ha mandato al Diavolo estraendo il primo devastante colpo da ko.
A quel punto a San Siro ha preso ad ululare il vento dell`est. Il Santo del 10 maggio (San Cataldo) poteva mettere sull`avviso. Dice il proverbio: con San Cataldo sparisce il freddo, arriva il caldo. Le gente nerazzurra potrà confermare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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