Osimhen non va in Barça e salva il nuovo Napoli. C'è vita in Champions

Pari dei campioni d'Italia dopo aver sofferto a lungo. Il nigeriano non brilla ma risponde a Lewandowski. Xavi ruba l'idea al debuttante Calzona

Osimhen non va in Barça e salva il nuovo Napoli. C'è vita in Champions
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Solito risultato della speranza. Solo Osimhen non va in Barça. Ancora un pari, sempre 1-1 come in due occasioni precedenti negli ultimi 4 anni. Il Napoli non vince mai contro il Barcellona, anzi ha rischiato di brutto, fatica a svegliarsi ma alla lunga si sveglia. Venticello di speranza per il futuro. Nel meraviglioso catino caldo di tifo dello stadio intitolato a Maradona si è presentato anche Marek Hamsik, sia mai a rinverdire antichi fasti e dar mano al neo allenatore Francesco Calzona. Idea da sogno di un Marekiaro certo, ma un bel legame di amicizia non basta a svegliare una squadra. Primo tempo da mare scuro. Napoli timido e intimidito, annichilito dalla strategia degli spagnoli.

Il temuto Yamal ha sguazzato nella sua difesa provando il sinistro. Invece ci sono voluti ben 9 minuti per avvicinarsi alla porta altrui: primo squillo di Kvaratskhelia. Poi più silenzi che squilli, mentre il Barcellona non ha perso tempo innescando Lewandowski al tiro, sfruttando le fughe di Cancelo e la qualità di Gundogan. Ininfluenti le notizie da Osimhen. Al massimo si è dedicato a mosse di lotta con gli avversari. Un dato a raccontare la padronanza catalana: in mezzora gli spagnoli hanno tirato 6 volte in porta, il Napoli fermo a zero. Quando era logico attendersi il contrario. Detto con le battute dell`immortale "Petisso" Pesaola: il Barcellona gli ha rubato l`idea.

Nelle previste prelibatezze del match contava la sfida indiretta fra due giocolieri di fascia: da una parte Kvaraskhelia, dall`altra Yamal. Ma se Yamal ha cercato di imperversare da sinistra, magari per tener fede alla bellezza dei suoi 16 anni e, chissà mai, pronto a divenire, in chiave moderna, erede di Maradona e Messi nella storia barcellonista, il battezzato "Kvaradona" si immusoniva sempre più fra solitudine e rare occasioni da sfruttare. Tanto da venir sostituito, nella ripresa, con muso lungo. Il Napoli si è solo svegliato negli ultimi 10 minuti del primo tempo: con un minimo di personalità nel gioco. Un po` poco. La grande differenza stava nella diversità calcistica del centrocampo. Operai specializzati quelli del Napoli. E Zola, prima della sfida, ha intelligentemente definito "autogol" l`esclusione di Zielinski dalla lista Champions. Mix di qualità, talento e combattività nel Barça, non proprio brillante nella stagione. Anzi, con difesa da brividi. Ma quella del Napoli è stata peggio quando, al minuto 60, Pedri ha imbucato per Lewandowski che ha steso portiere e difesa.

Il pollice verso è stato una scossa anche per Osimhen. Ed, infatti, giusto prima di lasciare il campo, ha infilato la zampata- gol, dopo un contrasto dubbio con Martinez, nel mezzo di una difesa svagata. Pareggio in ogni senso.

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