Il Napoli rischia davvero grosso nella trasferta che chiude il sabato stellare della Serie A. Dopo che Juventus e Inter hanno fatto la voce grossa, l’undici di Garcia mette una prestazione incomprensibile a Marassi, venendo dominato per ampi tratti da un ottimo Genoa, messo in campo in maniera quasi perfetta da Gilardino. Il Grifone passa nel finale di primo tempo con Bani e quando Retegui mette il suo quasi inevitabile timbro la partita sembra chiusa. Il tecnico partenopeo, però, trova un paio di cambi azzeccati e sono proprio Cajuste e Raspadori ad accorciare le distanze. Neanche otto minuti dopo e Zielinski imbecca Politano per il pareggio. Il Napoli ci crede fino alla fine ma rischia la beffa nel finale. Comunque grande prestazione dei padroni di casa, che hanno mostrato grossi passi avanti rispetto alle ultime partite.
La partita
Dopo le vittorie squillanti di Juventus ed Inter, i campioni d’Italia scendono in campo a Marassi per rispondere a tono. Dopo una pausa nazionali che ha dato risposte contrastanti, Garcia sceglie di non scegliere, cambiando poco la formazione tipo. Visto l’infortunio con l’Italia di Politano, spazio ad Elmas, che completa il tridente Osimhen-Kvaratskhelia. A centrocampo tocca a Zielinski ed Anguissa affiancare Lobotka menre in difesa stavolta Olivera e Rrahmani vengono tenuti a riposo, dando spazio a Mario Rui, Ostigard, Juan Jesus e il capitano Di Lorenzo.
Decisamente meno spazio per aggiustamenti da parte di Alberto Gilardino, che non può certo permettersi di rivoluzionare la formazione tipo. Davanti a Martinez la difesa a quattro è confermata al centro con Dragusin e Bani, mentre sulla sinistra torna in campo Martin. Unica modifica nel reparto offensivo: accanto all’idolo del Ferraris Mateo Retegui, stavolta tocca a Gudmundsson. L’ex Atalanta Malinovskyi, invece, potrebbe subentrare a partita in corso.
Buon Genoa, la sblocca Bani
A confermare che la trasferta in casa del Grifone potrebbe rivelarsi più complicata del previsto, la prima metà del primo tempo, all’insegna di un inaspettato equilibrio tra le due compagini. A parte un intervento scriteriato di Elmas già al primo minuto su Gudmundsson, che costringe Fabbri ad estrarre il primo giallo della partita, non è che si veda chissà quali azioni in campo. Certo il gran numero di fumogeni sparati dalla curva del Genoa non aiutano ma il calcio espresso non è certo all’insegna della grande qualità. Il Genoa ha il merito di partire col piglio giusto, provando a mettere subito alle corde il Napoli, venendo però costretto a ripiegamenti precipitosi come quello millimetrico di Dragusin su Osimhen. Azioni da gol pochissime: se il tiro alto di Gudmundsson era viziato da un fuorigioco di partenza, la combinazione tra Di Lorenzo, Elmas ed Osimhen viene vanificata dalla difesa rossoblu.
Il Napoli prova ad alternare il pressing alto con momenti di pausa ma, comunque, l’approccio mentale del Grifone è davvero indovinato. C’è anche spazio per un tentativo di rovesciata un po’ velleitario da parte di Retegui sul cross di Martin sporcato da Mario Rui e un discreto tiro-cross di Sabelli, sul quale si supera Juan Jesus. Il Genoa, comunque, impressiona per coraggio, personalità e concentrazione. I passi avanti rispetto all’imbarcata con la Fiorentina sono evidenti. Attorno alla mezz’ora il Napoli inizia a bussare dalle parti di Martinez ma non in maniera particolarmente pericolosa. La gara, comunque, è più che piacevole, soprattutto per merito dei padroni di casa. Di Lorenzo prova a fare tutto da solo in più di un’occasione ma il più pericoloso è Kvaratskhelia, che costringe De Winter al fallo da ammonizione. Il georgiano sta iniziando ad ingranare e Retegui spende male un fallaccio, beccandosi anch’egli un giallo. Poco dopo Kvara mette male il piede e si torce una caviglia: l’avanti è costretto a lasciare il campo per essere curato dallo staff medico ma rientra dopo un paio di minuti.
Poco dopo Mateo Retegui si rende pericoloso con un tiro dalla lunga distanza: Meret è costretto ad un intervento non banale ma il gol è nell’aria. Sul seguente calcio d’angolo De Winter spizza bene il pallone e Matteo Bani si torce all’indietro per trovare la deviazione vincente. Niente da fare per Meret, è il gol del vantaggio del Genoa. A questo punto il Ferraris assomiglia ad una bolgia, con il popolo genoano a fare festa ed i tifosi partenopei un attimo preoccupati. Col Napoli rovesciato in avanti, l’undici di Gilardino preferisce controllare e va negli spogliatoi avanti 1-0.
Il timbro di Retegui
Finora a Marassi si è visto principalmente un Genoa in palla, che finora non ha sofferto troppo contro un Napoli ordinato ma che sembra perdere la bussola quando arriva vicino all’area di rigore dei padroni di casa. Al rientro dagli spogliatoi si attendono le contromisure di Rudi Garcia per trovare il modo di reagire di fronte ad un Genoa corto, ordinato ed aggressivo in avanti. Il tecnico partenopeo richiama Elmas per gettare nella mischia il convalescente Politano ma ora il Napoli pressa molto più alto, provando a scompaginare gli schemi preferiti da Gilardino. Il Genoa è costretto ad arretrare, lasciando progressivamente campo ad un Napoli deciso a rimettere a posto le cose in fretta. Nonostante la pressione costante, il Napoli non riesce a creare granché a parte un buon cross di Politano sul quale Kvaratskhelia non riesce a trovare la deviazione. Il Genoa, a questo punto, prende coraggio e attacca con convinzione. Qualche polemica per il contrasto tra De Winter ed Osimhen davanti a Meret ma il Genoa è pronto a colpire. Dopo una ripartenza guidata da Gudmundsson, ci pensa Strootman a mettere un cross invitante sul quale si avventa il rapace dell’area di rigore Mateo Retegui. Girata al volo precisa e Meret è ancora costretto a raccogliere il pallone in fondo al sacco.
Garcia capisce che il momento è critico e cambia un paio di pedine: fuori Mario Rui per Oliveira e Zambo Anguissa per Raspadori. Con un Napoli ancora più offensivo, Gilardino ordina ai suoi di arretrare e ridurre gli spazi di manovra degli ospiti. Il piano sembra funzionare, con gli avanti napoletani che non riescono a combinare molto in avanti. Come capita piuttosto spesso, con il Napoli sbilanciato gli spazi per le ripartenze rossoblu sono invitanti. Ci prova Gudmundsson ma viene fermato da Fabbri per un tocco di mano. Anche quando i campioni d’Italia trovano qualche penetrazione interessante di Kvara, la difesa del Grifone rimane quadrata e compatta. Al 64’, però, il solito Osimhen per poco non riesce a battere Martinez: il nigeriano si fa strada in qualche modo e prova a beffare il portiere spagnolo. Bani libera sulla linea ma l’avanti azzurro era in fuorigioco. Politano sulla destra prova a mettere qualche cross ma, ancora una volta, la difesa del Genoa non si scompone più di troppo. Quando la pressione si fa troppa, il Grifone prova ad impensierire Meret, senza, però, molta fortuna.
Raspadori e Politano in 8 minuti
Il cronometro sembra giocare a favore dei padroni di casa, che complessivamente si sono fatti preferire ai campioni d’Italia, quasi irriconoscibili stasera. Il Genoa arretra con ordine, rimane attento ma non si fa mai prendere dal panico, anche se di fronte ha uno degli attacchi migliori d’Europa. Primo cambio per Gilardino: fuori il convincente Sabelli per il rientrante Malinovskij. La contromisura di Garcia è immediata con il cambio tra un appannato Lobotka e Cajuste. Mossa davvero azzeccata, visto che è proprio il francese a combinare al limite dell’area con Raspadori. La botta che lascia partire è un missile terra-aria che si schianta sotto la traversa della porta difesa da Martinez. Gran gol davvero quello dell’azzurro, che aveva sbagliato parecchie occasioni contro l’Ucraina qualche giorno fa.
Gilardino corre ai ripari con la staffetta tra Strootman e Thorsby ma è sempre l’undici di Garcia ad avere fermamente in mano il pallino del gioco. Ormai il tempo della cautela è finito e le squadre si affrontano a viso aperto, sebbene con qualche fallo di troppo. Le occasioni fioccano da entrambe le parti: a Cajuste risponde pochi minuti dopo un velenoso tiro del solito Gudmundsson, che sfiora il palo difeso da Meret. C’è spazio per un presunto fallo di mano nell’area del Genoa ma il Var decide che si può continuare. A meno di otto minuti dalla fine del tempo regolamentare, Napoli un po’ più frenetico, che prova a trovare il varco giusto nella retroguardia genoana. Basta una mezza disattenzione e il Napoli trova il pari: passaggio illuminante di Zielinski sulla corsa di Politano che colpisce al volo e la mette dove Martinez non può arrivare. Partita riaperta a cinque minuti dalla fine.
Il Genoa non ci sta e per poco Gudmundsson non mette sui piedi di Retegui il nuovo vantaggio: l’avanti italo-argentino non ci arriva per un niente. Impressionante, comunque, il coraggio dei ragazzi di Gilardino. Ultimi cambi con Vasquez per Martin e il giovane Zerbin per uno stanco Kvaratskhelia ma il finale non è certo noioso. Il Napoli vuole i tre punti ma il forcing finale non ha la meglio di un Genoa che non smette mai di attaccare. Al Ferraris finisce quindi 2-2. Giusto così.
Il tabellino
GENOA (5-4-1): Martinez; Sabelli (73’ Malinovskij), Bani, Dragusin, De Winter, Martin (87’ Vasquez); Badelj, Frendrup, Strootman (77’ Thorsby), Gudmundsson; Retegui. A disposizione: Leali, Malinovskyi, Thorsby, Hefti, Ekuban, Sommariva, Puscas, Jagiello, Matturro Romero, Kutlu, Vasquez. Allenatore: Alberto Gilardino
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Juan Jesus, Ostigard, Mario Rui (57’ Oliveira); Zambo Anguissa (57’ Raspadori), Lobotka (74’ Cajuste), Zielinski; Elmas (46’ Politano), Osimhen, Kvaratskhelia (88’ Zerbin). A disposizione: Contini, Lindstrom, Cajuste, Rrahmani, Olivera, Raspadori, Zanoli, Simeone, Natan, Gaetano, Idasiak, Zerbin, Politano. Allenatore: Rudi Garcia
Marcatori: 38’ Bani (G), 56’ Retegui (G), 75’ Raspadori (N), 83’ Politano (N)
Ammoniti: 1’ Elmas (N), 31’ De Winter (G), 33’ Retegui (G), 74’ Badelj (G), 77’ Cajuste (N)
Espulsi: n/a
Arbitro: Michael Fabbri (Sez. Ravenna)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.