Cosa succede quando il campionato più assurdamente ricco al mondo incontra un paese dove i super-ricchi sembrano fare a gara a chi getta più soldi al vento? Più o meno quel che abbiamo letto poco minuti fa dalle agenzie: un’offerta da record, che sembra quasi fuori dal mondo per una delle squadre più vincenti della storia del calcio inglese. La notizia arriva da Londra, dove un consorzio di imprenditori e banchieri del Qatar, guidato dallo sceicco Jassim Bin Hamad al Thani, ha annunciato di aver presentato un’offerta per acquisire la proprietà del 100% delle quote azionarie del Manchester United. Il comunicato, circolato nella serata nella capitale britannica, non fornisce ulteriori dettagli sulla cifra che andrebbe agli attuali proprietari del club, la famiglia statunitense Glazer, ma si mormora che per aggiudicarsi il controllo della squadra più seguita al mondo sarebbe necessario un importo che alle nostre latitudini associamo più facilmente ad una manovra finanziaria del governo: oltre sei miliardi di euro.
Gli stessi del PSG? Quasi
Lo sceicco, che parla anche in funzione di presidente della Qatar Islamic Bank, una delle principali banche del ricchissimo emirato del Golfo, sembra deciso a portare a termine l’operazione e mettere la bandiera del Qatar su una delle grandi del calcio inglese e del suo dominio sull’universo pallonaro. Il linguaggio del comunicato è molto attento a non urtare la proverbiale suscettibilità dei tifosi inglesi, una mossa decisamente sconsigliabile come hanno imparato sulla loro pelle i promotori della Superlega l’anno scorso. Si parla quindi di “riportare il club al suo antico splendore sia dentro che fuori dal campo e, soprattutto, a riportare i tifosi al centro del Manchester United Football Club”.
La cosa che dovrebbe far tirare un respiro di sollievo ai tifosi dei Red Devils è la parte che riguarda gli enormi debiti che la famiglia americana ha accumulato durante la sua gestione “allegra” dell’iconico club inglese: oltre 580 milioni di euro. Accollatisi questi ingenti debiti, il consorzio qatariota si impegnerebbe poi ad “investire nelle squadre di calcio, nel centro di allenamento, nello stadio e nelle infrastrutture più ampie”.
Tutto bene, tutto a posto, quindi? Non proprio. Basta guardare infatti a chi controlli la Qatar Islamic Bank ed i conflitti d’interesse diventano quantomai evidenti. L’azionista di maggioranza è il fondo sovrano dell’emirato, la Qatar Investment Authority. Quale sarebbe il problema? Che questo fondo controllato dalla famiglia regnante possiede a sua volta la società Qatar Sports Investments, proprietaria di un’altra superpotenza del calcio europeo, il Paris Saint-Germain. Questa cosa, ovviamente, potrebbe creare diversi problemi in ambito Uefa, anche se il governo del calcio europeo si è mostrato in passato piuttosto lassista quando si è trattato di punire gli eccessi dei "Paperoni del pallone".
La vendita entro Aprile
Si dice che lo sceicco Bin Hamad Al Thani, figlio di un ex primo ministro qatariota e molto legato alla famiglia regnante, sia un tifoso dei Red Devils fin da quando era bambino ma non è dato sapere se si tratti solo di un tentativo di captatio benevolentiae o meno. A fare uscire allo scoperto il consorzio arabo è stato il termine posto dalla proprietà per ricevere offerte per il Manchester United, ovvero la mezzanotte del 17 febbraio. La ricca famiglia americana, peraltro proprietaria di altre franchigie negli USA come i Tampa Bay Buccaneers, ne avrebbe avuto abbastanza di avere a che fare con tifosi riottosi, la pugnace stampa britannica e con i regolamenti della Premier League e vorrebbe vendere baracca e burattini entro la fine di aprile. Sul tavolo, al momento, sarebbe presente un’altra offerta sostanziosa, quella arrivata pochi giorni fa da parte di uno degli uomini più ricchi del Regno Unito, il magnate del gruppo petrolchimico Ineos Jim Ratcliffe.
Anche in questo caso ci sarebbe un netto conflitto d’interessi, dato che è proprietario di non uno ma di due club europei, il Nizza in Francia e il Losanna in Svizzera. Non si sa bene a quanto ammonterebbe l’offerta di Ineos ma si parla comunque di diversi miliardi di euro. A parte scuotere la testa di fronte a cifre del genere, le miserie della nostra Serie A assumono un significato ben diverso. Per quanto seguitissimo, il Manchester United non ha che una frazione dei successi del Milan, passato però di mano per una cifra che potrebbe essere meno di un terzo di questa possibile cessione.
La cosa, a parte farci venire una gran tristezza, dovrebbe farci riflettere sullo stato del calcio italiano.
Invece di litigare sulle briciole, sarebbe il caso di mettersi al tavolo e pensare a come far tornare la nostra Serie A sul tetto del mondo. Non è solo questione di orgoglio, in ballo ci sono fior di miliardi che potrebbero fare tutta la differenza del mondo nel nostro Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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