In Premier League il Ramadan detta legge: ecco cosa cambia per i calciatori musulmani

Da quest'anno sarà consentita una pausa per bere e mangiare e poi riprendere a giocare. È la soluzione trovata dalla Premier League per permettere ai calciatori musulmani di rispettare i precetti religiosi

Salah esulta dopo un gol
Salah esulta dopo un gol

La Premier League si inchina al Ramadan. Da quest'anno ai calciatori musulmani sarà consentita una pausa per bere e mangiare e poi riprendere a giocare. È la soluzione trovata in seno alla Premier League, anzi a tutti i campionati professionistici del Regno Unito, per permettere ai giocatori di fede islamica di rispettarne i precetti.

Quest'anno il Ramadan in Europa inizia oggi, 23 marzo e durerà fino alla sera di venerdì 21 aprile. Nel nono mese del calendario islamico i fedeli musulmani sono soliti digiunare dall’alba al tramonto: una pratica vecchia di 14 secoli attribuita allo stesso profeta Maometto che avrebbe inserito l’astensione dal cibo durante le ore di luce nei giorni di Ramadan fra i cinque pilastri fondamentali delle fede islamica.

Ebbene, consultando il calendario è stato notato che gli incontri di calcio che in Inghilterra finiranno dopo il tramonto (e cioè dopo le 20.00) non saranno molti: fra questi ci sarà Liverpool-Leeds in programma la sera del 17 aprile. In quell’occasione ai giocatori a Mohammed Salah, Ibrahima Konaté e a Naby Keita sarà permesso fare una pausa per riprendersi dalla stanchezza provocata dall’astensione da acqua e cibo.

Cosa cambia in Premier League

Il rispetto del Ramadan, insomma, è centrale nella vita di tanti musulmani e i giocatori di calcio della Premier League non fanno eccezione. Così in una nota della stessa lega si legge che "i capitani dei club con giocatori musulmani potranno accordarsi con gli ufficiali di gara della Premier League per fare una pausa in un incontro e consentire ai giocatori o agli ufficiali di gara di interrompere il digiuno". Gli ufficiali di gara sono stati anche incoraggiati prima del calcio d'inizio a cercare di identificare eventuali giocatori che potrebbero aver bisogno di interrompere il digiuno durante la partita e poi concordare un momento approssimativo affinché ciò accada.

E poiché il rispetto delle pratiche altrui è solo il primo passo, quest’anno il Chelsea aprirà le proprie porte anche ai tifosi organizzando, primo club della massima serie inglese a farlo, un "open Iftar", ossia una cena di rottura del digiuno (Iftar), aperta (open) ai supporter di ogni credo. L’evento si terrà domenica prossima allo Stamford Bridge, lo stadio della squadra londinese.

In verità due anni fa, Sky Sports News ha rivelato che la partita del Leicester-Crystal Palace era stata messa in pausa a metà partita per consentire ai giocatori di rompere il digiuno in quella che si ritiene sia stata la prima volta in Premier League. In quell'occasione, entrambi i club concordarono prima della partita con l'arbitro Graham Scott che ci sarebbe stata una pausa nel gioco per consentire a Wesley Fofana e Cheikhou Kouyate di rompere il digiuno del Ramadan.

Appositamente il portiere del Palace Guaiya ritardò l'esecuzione di un calcio di rinvio poco dopo la mezz'ora per consentire a Fofana e Kouyate di prendere gel

energetici a bordo campo. Dopo la partita Fofana ringraziò il portiere avversario, i club e la Premier League per avergli permesso di rompere il digiuno, aggiungendo: "Questo è ciò che rende meraviglioso il calcio".

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