In Qatar come in A: la storia non cambia per furbetti e virtuosi

Chi si è risparmiato continua a faticare, vedi Paredes. Chi non si è tirato indietro vola, Giroud

In Qatar come in A: la storia non cambia per furbetti e virtuosi

Bisogna essere grati al mondiale per cento e uno motivi. Nel caso del calcio italiano può bastare uno solo. E cioè la smentita pubblica e solenne di un banalissimo luogo comune. Chi pensava che sarebbe stato utile risparmiarsi dalle nostre parti per poi sprigionare le migliori energie in Qatar è stato "spiazzato" dai fatti. Chi ha viaggiato al massimo dei giri nel nostro torneo infatti si è presentato in perfetta forma. Gli esempi, virtuosi, sono più di uno. A cominciare per esempio da Amrabat, centrocampista del Marocco e pilone centrale del centrocampo della Fiorentina, protagonista con i suoi del successo sul Belgio senza se e senza ma. Non è sicuramente l'unico.

Prendete Olivier Giroud rimasto da solo in attacco dopo la resa di Benzema Pallone d`oro: i suoi gol spianano la strada al primo successo dei Blues che poi possono sempre contare sempre su Mbappé, oggi a Parigi possono addirittura definirlo "meglio e Pelè..." dopo l`esibizione sulla Danimarca. Theo Hernandez è una garanzia a San Siro come a Doha. Prendete ancora il portiere juventino della Polonia, la scelta coraggiosa di Max Allegri che all`epoca del ritorno a Torino decise di rinunciare a Donnarumma. Rigore parato e prodigioso intervento sulla ribattuta per Szczesny contro l`Arabia Saudita in uno snodo decisivo della sfida che può valere la qualificazione alla fase decisiva. Visto che siamo nel campo della Juve, citazione inevitabile anche per Danilo, uno dei punti di forza della difesa brasiliana, restituita a una solidità mai conosciuta forse. Peccato solo per l`acciacco alla caviglia.

Al contrario quei calciatori inseguiti dal dispetto dei propri tifosi e anche dai voti insufficienti per le prestazioni "italiane", a causa di insulti muscolari ripetuti oppure per colpa di uno smalto discutibile, finiscono per pagare a carissimo prezzo il gravissimo ritardo. Le citazioni in questo senso si sprecano. Cominciamo con Di Maria e Paredes: Allegri non li ha mai avuti, e quando ci sono stati hanno raccolto solo critiche feroci. Nell`Argentina non hanno mai inciso fin qui. Nella lista nera sono finiti ieri sera anche Lukaku e De Ketelaere, entrati nella ripresa di Belgio-Marocco: nemmeno una giocata, uno spunto. Niente. Il mondiale è come la discussione di una tesi di laurea: se non hai lavorato seriamente e non ti sei preparato, rischi di fare scena muta. Persino Simon Kjaer, capitano e leader indiscusso della Danimarca, viene lasciato in panchina nella seconda partita.

Sapete perché? Perché non viene considerato in grado - dopo l`intervento chirurgico - di prestazioni affidabili a così breve distanza neanche da Stefano Pioli. Ultima curiosità: Sabiri, titolare fisso nella Samp di Giampaolo, ed escluso invece da Stankovic, apre la scatola belga. Siamo proprio sicuri che non possa risultare utile al Doria coinvolto in zona retrocessione?

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