Quei graffi sul volto di Guardiola e l'allarme per la sua tensione nervosa

Dopo il clamoroso pareggio contro il Feyenoord in Champions, l'allenatore del City si è presentato in conferenza stampa con il volto, naso e cranio segnato da diversi graffi e tracce di sangue

Quei graffi sul volto di Guardiola e l'allarme per la sua tensione nervosa
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L’allenatore del Manchester City, Guardiola Josep detto Pep, dopo il clamoroso pareggio (da 3 a 0 a 3 a 3) contro il Feyenoord, in Champions league, si è presentato in conferenza stampa con il volto, naso e cranio, segnato da diversi graffi e tracce di sangue. Lui ha detto di essersi procurato da solo le ferite, quasi a volersi fare del male, non riuscendo a capacitarsi della prestazione dei suoi e del risultato finale. Il Manchester City è reduce da cinque sconfitte consecutive, il pareggio di martedì sera vale come una batosta ma non è questo il problema.Il club stramilionario dei signori stramilionari di Abu Dhabi sta vivendo nell’ansia di un verdetto che potrebbe condannarlo alla vergogna, penalizzazione, retrocessione, multe, squalifiche. Sono oltre cento i capi di accusa sulla gestione finanziaria della società, irregolarità contabili, false fatturazioni e contratti off shore, fra questi anche uno relativo a Roberto Mancini. Le voci si moltiplicano, Guardiola ha voluto sottoscrivere un nuovo accordo pluriennale che lo legherà alla squadra ma dietro la firma ci sarebbe appunto una manovra per mostrare al tribunale la convinzione di non avere commesso alcun reato e dunque di progettare il futuro. Sta di fatto che Pep Guardiola vive il football con impegno professionale e astuzia di rapporti diplomatici, qualunque avversario merita per lui riconoscimenti di ogni tipo, bravura, onestà, superiorità tecnica, intelligenza tattica, preparazione fisica, solidità economica. E’ la strategia di chi cerca di addolcire il rivale, ricoprendolo di meriti per poi stenderlo in campo. Cosa che Guardiola ha saputo fare a Barcellona, a Monaco di Baviera e a Manchester, vincendo tornei nazionali e internazionali. Però manifestando una tensione nervosa continua, con gesti singolari, salivazione eccessiva cui fanno seguito sputi isterici, solitudine buia e pensierosa poi cancellata da una esplosione emotiva e imprevista.

Nessun dubbio sulla sua capacità professionale, i risultati confermano la tesi ma molti dubbi sul suo equilibrio sincero e quel viso graffiato, quel naso ferito, dopo il pareggio di Champions league, sono un segnale di allarme sullo stato dell’essere e dell’esistere di un grande allenatore, forse al tramonto del suo mandato genuino con il club, forse all’esaurimento delle proprie forze ed equilibri nervosi. E’ il teatro del nuovo calcio.

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