La prematura scomparsa di Gianluca Vialli per un tumore al pancreas che lo ha portato via a soli 58 anni ha lasciato sgomento il mondo del calcio e milioni di persone che hanno rivisto il lui l'uomo simbolo per affrontare la battaglia a un male così devastante. A distanza di alcuni giorni, l'ex compagno di squadra ai tempi della Sampdoria e della Nazionale, Dino Baggio, ha espresso tutte le sue preoccupazioni su sostanze e integratori che circolavano negli anni '90 e che potrebbero avere una concausa in alcune patologie che hanno colpito i calciatori dell'epoca.
"Bisognerebbe investigare"
Intervistato da Tv7, ha sottolineato come Vialli sia stato da esempio per tutti e uomo spogliatoio, "un ragazzo che faceva crescere i giovani": Dino Baggio era ancora agli inizi della sua carriera e compagno di squadra all'età di 20-21 anni. Il tono dell'intervista cambia subito dopo l'affermazione in cui ha sottolineato che era andato via "troppo presto dalle nostre vite". Come riporta Calciomercato.com, l'ex calciatore tra le altre di Juventus, Parma e Lazio, ha raccontato che "bisognerebbe investigare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo. Il doping c’è sempre stato". Affermazioni molto forti riguardo lo stato di salute di alcuni professionisti che, una volta finita l'attività calcistica, sono stati male. "Bisogna capire se certi integratori col tempo hanno fatto male. Ho paura anch’io, sta succedendo a troppi calciatori", ha aggiunto.
Baggio spiega di non avere gli strumenti scientifici per affermare se gli eventuali malesseri fossero causati da queste sostanze ma esprime alcuni dubbbi: "Può essere che qualcosa" abbia inciso negativamente. L'ex calciatore spiega che non sono "mai state prese robe strane" sia grazie ai controlli ma soprattutto per l'amor proprio dei calciatori che hanno voluto evitare di farsi del male da soli. La sua perplessità riguarda soltanto gli integratori che, con il passar del tempo, "bisogna vedere se fanno bene oppure no".
L'erba dei terreni da gioco
Nel suo racconto, Dino Baggio spiega che negli anni ancora precedenti la situazione poteva anche essere peggiore perché le pene comminate a chi si dopava non esistavano e quindi "potevano prendere quello che volevano". Dall'introduzione dei controlli anti-doping, i calciatori sapevano eventualmente a cosa andassero incontro e lo scansavano a tutto spiano. Baggio, che parla di "robe normali", ha aggiunto che rimane da capire se con il passare del tempo "restano dentro, riesci a buttarle fuori oppure no" riferendosi all'organismo umano, se cioé è in grado di eliminarle o meno. Successivamente, l'ex calciatore ha riportato il sentito dire di quanti affermavano che sull'erba dei campi da calcio venissero messi dei prodotti potenzialmente dannosi "che davano anche dei problemi. Bisogna vedere anche quello, non lo so", ha aggiunto, sottolineando che adesso il sistema è cambiato grazie anche al sintetico di ultima generazione.
Le parole di Lotito su Mihajlovic
I sospetti di Dino Baggio sulle malattie scaturite ad alcuni calciatori del suo periodo e di quello di Vialli erano stati avallati anche dal presidente della Lazio, Claudio Lotito, dopo la scomparsa di Sinisa Mihajlovic.
Come abbiamo visto sul Giornale.it, sembra di risentire quanto affermato dall'ex calciatore: "Bisogna approfondire alcune malattie che potrebbero essere legate al tipo di stress, di cure e trattamenti che venivano fatte in passato sui campi di calcio". Il vulcanico presidente, quindi, non ha fatto alcun riferimento a doping o integratori regolarmente autorizzati ma alle potenziali sostanze per il trattamento dei terreni da gioco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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