Uno stadio insieme oppure ognuno per i fatti propri? Questo è il grande dilemma che coinvolge Milan e Inter sulla questione, ormai annosa, del nuovo impianto. Il Meazza è di proprietà del comune di Milano, è uno stadio storico, meraviglioso, imponente, suggestivo ma datato ed è per questa ragione che i due club si sono mossi da tempo per costruirne uno nuovo, insieme e di proprietà, anche se la scelta definitiva ancora non c'è. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, il Milan al momento è la società che ha più fretta sul fronte stadio e vuole una risposta dai cugini nerazzurri entro marzo, massimo aprile. Le zone individuate per la costruzione del nuovo impianto sono Sesto San Giovanni (la più gettonata), San Donato e ultima ma non per importanza quella di Rozzano.
Tre diversi progetti
A dicembre il Comune di Milano ha approvato il il piano per il "nuovo San Siro" ponendo nuove condizioni stringenti su capienza, aree verdi, interventi sul quartiere con Milan e Inter che dovranno dare una risposta in merito. Paolo Scaroni, presidente del club di via Aldo Rossi, il 25 gennaio scorso era stato chiaro sul tema: "Per lo stadio stiamo portando avanti tre progetti in parallelo. Uno è quello di Sesto San Giovanni e un altro non lo dico, è una carta coperta". La terza via è quella che porta a Rozzano, che soddisferebbe alcuni dei requisiti richiesti per la costruzione di un impianto da grande club. Restare al Meazza o spostarsi a Sesto San Giovanni restano le ipotesi più concrete al momento.
Le strade di Inter e Milan, restano intrecciate a doppio filo con Scaroni che aveva chiarito: "Se non sarà San Siro, il Milan è disposto ad andare da solo. Non molliamo il colpo, io vi assicuro che il Milan avrà il nuovo stadio". A pesare sulla scelta dei due club, inoltre, c’è sempre il caso-vincolo sul Meazza, la questione che al momento fa temporeggiare Palazzo Marino e che potrebbe anche congelare la “Cattedrale” firmata da Populous e scelta da Inter e Milan come progetto per il nuovo stadio.
I due club vorrebbero la demolizione di San Siro per poter costruire un nuovo e moderno impianto da 65-70.000 spettatori ma spetterà ad Emanuela Carpani, nuova sovrintendente all’Archeologia, decidere se lo stadio di oggi può davvero essere demolito come vorrebbero rossoneri e nerazzurri. A fine dicembre il Comune di Milano ha chiesto ai due club che lo stadio di San Siro passi dagli 80.000 ai 70.000 posti a sedere, che i biglietti non subiscano un aumento eccessivo, che il verde costituisca il 50% dell’intera zona e che venga investita una quota di almeno 40 milioni per la riqualificazione dell’intero quartiere.
Difficile capire se i due club accetteranno di rimanere in un impianto che non sarà mai di loro proprietà. Sesto San Giovanni stuzzica sia Milan che Inter ma al momento sono i rossoneri i più attivi e vogliosi di chiudere la partita stadio.
Non è da escludere che entrambe decidano di correre da sole per un impianto individuale un po' in tutta Europa dove ogni squadra ha il suo stadio e non come avviene in Italia dove Inter, Milan, Lazio e Roma devono condividere da semper lo stesso stadio. San Siro è la storia di Milano e dei due club meneghini ma le due società hanno ribadito ormai da anni l’impossibilità di continuare a giocarci anche provando a renderlo più moderno e funzionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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