Anche Gabriel Martinelli, attaccante dell'Arsenal, è finito nelle carte dell'inchiesta, nata per far luce su certificati di residenza falsi elargiti a pagamento nel comune di Lauriano Po, un paese di circa 1500 abitanti in provincia di Torino.La stella dei Gunners, uno dei grandi protagonisti della stagione dei londinesi allenati da Arteta, gode del doppio passaporto italo-brasiliano ed è stato anche vicino in passato a indossare la maglia della Nazionale, prima di scegliere quella della Seleçao.
Il caso
Come riportato da La Stampa sono dieci gli indagati accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione e falso in atto pubblico. Tra loro anche la sindaca del piccolo paese del Torinese e due dipendenti del Comune. Avrebbero rilasciato una sessantina di cittadinanze illegali a persone facenti parte della comunità brasiliana che, per qualche giorno, alloggiarono in una struttura alberghiera del paese, il b&b Cascina Colombaro. Anche la coppia, marito e moglie che gestisce la struttura, risulta tra gli indagati.
Tra i cittadini stranieri coinvolti (in totale 67) ci sarebbe appunto Joao Martinelli, il papà dell'attaccante dell'Arsenal (entrambi non indagati) e anche il giocatore della nazionale di pallamano brasiliana, José Guilherme De Toledo. Il 3 aprile 2019 Joao Martinelli ottenne la falsa autorizzazione a stabilire la residenza al b&b senza averci mai soggiornato, neanche per una notte, dato che in quei giorni pernottava presso un'altra struttura nella provincia di Torino. Tra i documenti della procura di Ivrea c'è anche una sua foto del 2019 che lo ritrae assieme al figlio Gabriel nella piazza del paese. Entrambi sono iscritti all'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero.
L'accusa
Le indagini risalgono al periodo 2018-2019 e hanno messo in luce il ruolo di una società di intermediazione la Rotunno-immigration solution & business di San Paolo in Brasile a cui gli stranieri si rivolgevano per ottenere la cittadinanza attraverso lo iure sanguinis, ovvero la discendenza italiana. Avrebbero versato alla società cifre tra i 1500 e i 10 mila euro.
Figure chiave dell’organizzazione, per gli investigatori, sarebbero stati la sindaca Matilde Casa, il responsabile dell’ufficio anagrafe del comune e il dipendente addetto. Il primo cittadino avrebbe ricevuto una stampante per la biblioteca comunale in regalo"che in realtà non è mai arrivata", la difende il suo avvocato Mauro Carena."Riteniamo - aggiunge il legale - che tutte le pratiche per la cittadinanza siano state eseguite correttamente, ma se anche qualche irregolarità si possa ravvisare in documenti complessi come quelli dello ius sanguinis, soprattutto per un paese così piccolo, eventualmente si tratterebbe di violazioni amministrative e non certo di un’associazione a delinquere in cui la mia assistita non ha comunque tratto benefici di alcun tipo” spiega ancora il legale.
Sempre secondo l’accusa, invece, la funzionaria dell’anagrafe, Barbara Anselmino, avrebbe ricevuto doni vari, tra cui una borsa e una catenina d’oro.
Restano però alcuni punti della vicenda da chiarire poiché, se residenza e firma finale sono quelle del primo cittadino, è noto che la procedura per la cittadinanza passi pure dagli uffici di questura e prefettura. Proprio per questo i difensori si riservano di produrre memorie o di far interrogare i propri assistiti dopo aver acquisito e letto tutti gli atti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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