Scommesse illegali: lo juventino Fagioli rischia fino a tre anni di squalifica

Il centrocampista della Juventus, Nicolò Fagioli, rischia una squalifica di tre anni se verranno accertate scommesse su piattaforme online: ecco cosa dice l'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva

Scommesse illegali: lo juventino Fagioli rischia fino a tre anni di squalifica
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Sono ore agitate in casa Juventus perché un suo tesserato, il centrocamposta Nicolò Fagioli, avrebbe scommesso illegalmente su piattaforme online sul gioco d'azzardo. Il 22 enne bianconero rischia, in questo modo, una squalifica anche di tre anni. Sul caso sta cercando di far luce la Procura della Repubblica di Torino che ha aperto un'indagine e di cui si sta occupando la pm di Torino, Manuela Pedrotta. Il calciatore è già stato interrogato dalla Procura Federale della Figc: l'ufficio guidato dal procuratore federale, Giuseppe Chinè, ha aperto un fascicolo sulla vicenda.

Quali sono le accuse

Secondo quanto riportato da La Stampa, gli investigatori stanno vagliando le connessioni online del calciatore incrociando le eventuali transazioni con i dati oltre alle analisi sui nickname utilizzati online. L'inchiesta è ad ampio raggio e coinvolte anche altri scommettitori ma, tra i nomi, ci sarebbe anche quello eccellente di Fagioli che, in quanto tesserato, non può scommettere perché si tratta di uno sportivo professionista (la questioone vale anche per tutti gli altri sport senza distinsione dal ruolo, atleta o dirigente).

Cosa dice l'articolo 24

In questo senzo, è chiaro e cristallino l'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva della Federazione Italiana Giuoco Calcio che si chiama "Divieto di scommesse e obbligo di denuncia". Come si legge sul sito della Figc, "Ai soggetti dell'ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA".

Il divieto è categorico: non si può scommettere su nessun eventno nemmeno in maniera indiretta, se cioé si incarica un familiare o un amico per conto proprio. Ecco che la Procura del capoluogo piemontese avrebbe pizzicato alcuni movimenti arrivati direttamente da Nicolo Fagioli sulle piattaforme online del gioco d'azzardo acccendo un faro con accertamenti più approfonditi. Secondo quanto riportato dal quotidiano, di questo procedimento è al corrente anche la Procura della Figc e la segnalazione è stata inoltrata un mese e mezzo fa, il 30 agosto.

Cosa accade a chi vìola l'articolo 24? Il punto numero tre spiega che "la violazione del divieto di cui ai commi 1 e 2 comporta per i soggetti dell'ordinamento federale, per i dirigenti, per i soci e per i dirigenti delle società la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000". Insomma, una mazzata anche per la società Juventus ma soprattutto per il calciatore che, qualora venisse provato un suo diretto coinvolgimento, vedrebbe una brusca frenata della sua carriera. Attenzione, perché le stesse sanzioni e divieti li subiscono anche soci e tesserati "delle società appartenenti al settore dilettantistico e al settore giovanile".

La difesa di Fagioli

Nelle ultime ore Nicolò Fagioli "si è autodenunciato" alla giustizia sportiva ed è "sereno" sulla vicenda: lo hanno fatto sapere all'Ansa i legali del calciatore, Luca Ferrari e Armando Simbari, che puntualizzano: "Nicolò è sereno ed è massimamente concentrato sulla Juventus e sul campionato".

Subito dopo, i legali hanno anche sottolineato che "in riferimento alle notizie apparse sulla stampa in data odierna, possiamo rappresentare che il nostro assistito sta affrontando con responsabilità la vicenda, in un'ottica di massima trasparenza e collaborazione con l'Autorità giudiziaria ordinaria e sportiva, come dimostra il fatto di essersi attivato per primo e tempestivamente nei confronti della Procura Federale".

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