Siria, sulla nazionale del dopo Assad l’ombra scomoda di un Hombre Vertical

L'ex ct Hector Cuper fu esonerato per l'avversione al regime di Damasco. Ora il favorito è un allenatore di fede islamica, Philippe Troussier

Hector Cuper
Hector Cuper
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Un Hombre Vertical come l’argentino Hector Cuper, contro un uomo per tutte le stagioni come il francese Philippe Troussier. Entrambi 69enni, ma tra i due allenatori le analogie finiscono qui. Il futuro nel dopo Assad della nazionale delle Aquile di Qasioun passa anche attraverso la scelta di chi sarà il nuovo ct che sostituirà l’uscente José Lana: allenatore di transizione messo lì per sostituire Cuper, reo di non aver ottenuto nell’ultima Coppa d’Asia i risultati desiderati ma, soprattutto, colpevole di non essere mai stato un aedo del regime di Damasco.
Ora, con la fuga in Russia di Bashar-Al-Assad e la presa di potere dei ribelli islamisti di Al-Jolani, tra i possibili ct papabili salgono le quotazioni di un allenatore di fede islamica, il francese Philippe Troussier, tecnico globetrotter perfettamente allineato al credo dell'establishment del leader militante Mohammed Al-Jolani: medesima sacra devozione in Allah oltre a quella, più profana, verso il dio danaro. Soldi che in Siria continueranno a scorrere a fiumi beneficiando proprio dell’aumentata instabilità politica nello scenario mediorientale; non a caso sui mercati internazionali i prezzi di petrolio e oro, dopo il golpe morbido di Al-Jolani, stanno già lievitando.
E la nazionale di calcio continuerà ad essere utilizzata dal potere come uno strumento indispensabile di propaganda: Assad l’ha sfruttata per l’intero periodo della sua satrapia e Al-Jolani si accinge a seguirne l’esempio, bisognoso più che mai di affrancarsi dall’immagine di fiancheggiatore dei tagliagola di Al Qaida. E nello scacchiere della diplomazia sportiva, la scelta di Troussier - praticante islamico col curriculum zeppo di esperienze in nazionali e club di «matrice musulmana» - potrebbe rivelarsi la più indicata.
Favorevole alla svolta anche la federazione siriana che, ad appena 24 ore dal disfacimento del dominio di Assad, è già salita sul carro dei vincitori scaricando il vecchio tiranno (di cui era però fino all’altroieri la longa manus «calcistica») e asservendosi subito ai desiderata nuovo padrone del nuovo turno.

Così il tradizionale colore rosso delle magliette della nazionale è stato subito sostituito con un verde definito dalla federazione «foriero di nuove speranze per il calcio siriano, libero finalmente da nepotismo, favoritismi e corruzione».
Dal suo buen retiro argentino, un Hombre Vertical scuote il capo perplesso. Mentre un suo collega francese invoca il Profeta confidando in un lauto ingaggio.

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