Dove possono arrivare gli Stati Uniti?

Il nostro viaggio tra le tante sorprese di Qatar 2022 inizia con gli Stati Uniti, una squadra giovane e talentuosa che potrebbe continuare a causare grattacapi alle potenze tradizionali del calcio. I pro e i contro di una nazionale affamata che non ha paura di sognare in grande

Dove possono arrivare gli Stati Uniti?

Questo strano mondiale invernale non smette di sorprenderci con la fase a gironi che ci ha consegnato degli ottavi di finale che pochi si sarebbero aspettati. Questo vuol dire che molte delle protagoniste delle gare ad eliminazione diretta sono poco conosciute alle nostre latitudini. Ecco perché abbiamo pensato di darvi una mano a capire se alcune di queste sorprese potrebbero non essere un fuoco di paglia ma continuare a fornire grossi grattacapi alle potenze tradizionali del calcio. Iniziamo oggi con Team Usa, la nazionale che è riuscita ad uscire da un girone certo non semplice, più dal punto di vista politico ed emotivo che strettamente sportivo. Il Galles, a parte il talento cristallino di Gareth Bale, non è che avesse molto da offrire e una squadra che, in tempi normali, avrebbe potuto essere davvero scorbutica come l’Iran aveva ben altre gatte da pelare. D’altro canto, però, pareggiare contro una delle favorite al mondiale come l’Inghilterra riuscendo comunque ad esprimere un buon calcio non è certo facile. Insomma, i ragazzi di Gregg Berhalter, la rosa più giovane a Qatar 2022, possono davvero arrivare fino in fondo o resteranno una nota a margine nel romanzo di questo indecifrabile mondiale?

I pro: giovani, tecnici e talentuosi

  • I tempi dei giocatori americani atletici ma dai piedi ruvidi e tatticamente grezzi sono finiti. A parte poche eccezioni, tutti i calciatori in rosa giocano in Europa, in squadre di buon livello, con tecnici che sanno il fatto loro. Nelle tre partite viste finora in campo non si sono visti grandi svarioni ma una squadra quadrata, capace di rispondere ad ogni tipo di situazione.
  • A parte Christian Pulisic, i giocatori statunitensi hanno tutto da guadagnare da una maggiore esposizione mediatica sul palcoscenico più importante. Anche chi è arrivato in campionati importanti come il milanista Serginho Dest o lo juventino McKennie, non è ancora una star. La fame, insomma, non manca di sicuro e quella, ai mondiali, può essere preziosa.
  • Una rosa senza superstar o gente che sgomita per prendersi il proscenio non è un caso, ma il frutto di una cultura calcistica che il tecnico è riuscito ad imporre nel tempo. Giocare sempre un calcio propositivo, offensivo e pure bello è figlio del gran lavoro dell’ex Ct Juergen Klinsmann ma ora sembra davvero far parte del carattere di questa nazionale.
  • Dalla cintola in su, gli Stati Uniti ogni tanto fanno vedere cose davvero egregie. A parte Pulisic, gli altri possibili protagonisti stanno facendo benissimo. Serginho Dest sulla destra ha fatto impazzire i difensori iraniani, i cross di McKennie sono stati talvolta illuminanti, per non parlare delle ripartenze travolgenti di Timothy Weah o del lavoro oscuro di Musah.

Weah Iran-USA

I contro: la fretta e l'incognita Pulisic

  • Pur avendo mostrato momenti di gran calcio, gli Stati Uniti ogni tanto sembrano spegnersi nel secondo tempo, come se si accontentassero del vantaggio e pensassero di poter difendersi per lunghi tratti. Magari contro avversarie non di livello come nei tornei Concacaf te lo puoi anche permettere, ma contro squadre come l’Olanda potrebbe costare carissimo.
  • Avere uno dei giocatori chiave, la stella Christian Pulisic, a mezzo servizio dopo la gran botta ricevuta dopo aver segnato il gol del vantaggio contro l’Iran non è certo il massimo. Il centrocampista del Chelsea si dice pronto a dare il 100% ma potrebbe non avere molta benzina nel serbatoio. Rimpiazzarlo sarebbe un grosso problema.
  • La retroguardia americana non ha sofferto moltissimo finora ma ora dovrà affrontare l’attacco di Van Gaal, maestro del gioco offensivo. L’Olanda non sarà l’Arancia Meccanica di Rinus Michaels ma avrà in campo uno come Gakpo che sembra in un momento di grazia. Come risponderanno al mix di velocità e tecnica degli avanti olandesi?
  • Nonostante abbiano mostrato movimenti davvero interessanti, manca un centravanti. Solo sette tiri nello specchio e due gol in tre partite, non molto vista la gran mole di gioco. Il problema è che Pulisic o Weah sembrano avere troppa fretta. Quando hai praterie a disposizione può anche andare ma difficile che l’Olanda, con gente come Van Dijk, gliele conceda. Servirà più pazienza e, magari, azioni più manovrate.

Nazionale Usa

I bookmakers non sembrano avere troppa fiducia in Team Usa ma sarebbe riduttivo pensare che gli Yankees siano qui per caso. Dopo 30 anni di crescita regolare, una base enorme e un campionato che offre a tanti giovani l’opportunità di farsi vedere, gli Stati Uniti non hanno più paura di sognare in grande.

Riuscissero a mettersi alle spalle una grande incompiuta come l’Olanda, l’entusiasmo in patria potrebbe trascinare i ragazzi di Berhalter molto avanti. Magari è presto per alzare la coppa più bella, ma gli Stati Uniti vanno trattati con le molle. Sognare non costa niente.

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