Dopo le dichiarazioni di rito successive agli incontri di giovedì, è lo stesso governatore della Lombardia Attilio Fontana a riferire di cosa abbia parlato con il proprietario del Milan Gerry Cardinale ed a che punto siamo nell’annosa questione del nuovo stadio dei rossoneri. Intervistato dall’emittente milanese TvPlay, Fontana sembra decisamente ottimista sulle tempistiche per la nuova casa del Diavolo. Le sue parole sembrano miele per le orecchie dei tifosi rossoneri.
“Non per merito mio, ma dopo aver parlato con Cardinale credo che la sua determinazione sia tale per cui sono convinto che nello spazio di due o tre anni vorrà mettere la prima pietra. Non è detto che sia a La Maura, anche se a oggi è più avanti rispetto alle altre proposte". A sentire il politico lombardo, quindi, nonostante le molte complicazioni burocratiche, la società rossonera sembra determinata ad andare avanti con decisione per far fare al Milan un passo decisivo verso una maggiore sostenibilità finanziaria e riprendersi il posto che gli spetta nell’élite del calcio europeo.
Per ora favorita La Maura
Le dichiarazioni arrivano un giorno dopo gli incontri del patron di RedBird, del presidente del Milan Paolo Scaroni e dell’amministratore delegato Giorgio Furlani prima a Palazzo Marino con il sindaco Beppe Sala e poi, nel pomeriggio, al palazzo della Regione Lombardia. Sul tavolo, ovviamente, la partita più importante per il futuro del Milan, quella sullo stadio di proprietà, visto come snodo fondamentale per la crescita della società. Le risposte a caldo erano state possibiliste, con Cardinale che parlava di “buon incontro” e Fontana che ribatteva definendolo “un incontro cordiale e positivo, per comprendere a pieno le intenzioni della società rossonera per questo importante nuovo progetto”. Insomma, a parte i convenevoli, sembra che i rappresentanti del Milan abbiano solo chiarito alcuni aspetti del loro progetto preferito, quello che vorrebbe il nuovo stadio nell’area della Maura, senza però svolte di rilievo.
Le parole di Fontana a TvPlay sembrano fare più chiarezza sulla questione: “Da quello che mi ha detto Cardinale, se sarà a La Maura, sarà lo stadio del Milan solamente. Con l’Inter, nonostante io sia amico di Marotta, non ho ricevuto richieste di incontro e appena dovessero farsi sentire ascolterò le loro proposte”. Vista la fede calcistica del governatore, c’è stato spazio anche per una battuta sul prossimo incrocio dei rossoneri col Napoli: “Bell’idea a condizione che si batta il Napoli in Champions, altrimenti sarò contro”. A parte le facezie, Fontana sembra convinto dal progetto del Diavolo, nonostante rimangano molte questioni da chiarire: “Cardinale mi ha rappresentato un’idea che mi sembra molto bella, credo che su questo progetto si debba aprire una discussione, si debba cercare di entrare di più nei dettagli, ma di sicuro è una cosa positiva. Posso dire che gran parte del parco resterà tale e questo mi sembra l’aspetto più positivo. Non è possibile dire che si farà al 100%, ma ritengo che la proposta di Cardinale sia bella e positiva. Penso che la cosa più sbagliata sia dire sì o no aprioristicamente, bisogna confrontarsi”.
"Inter via da Milano? Non saprei"
Se la situazione della sponda rossonera del Naviglio sembra un attimo più serena, nessuna nuova sul percorso che farà l’Inter dopo il rifiuto di partecipare alla ristrutturazione di San Siro. Fontana non è in grado di offrire rassicurazioni ai tifosi della Beneamata, comprensibilmente nervosi. L’unica cosa che si sente di poter dire è che la società nerazzurra non sta considerando al momento di abbandonare Milano. “L’Inter ha fatto una serie di valutazioni, non ho mai parlato con i nerazzurri sull’ipotesi di un terreno completamente fuori dal centro di Milano, dalle parti di Rozzano, ma non saprei dire nulla, non ho avuto interlocuzioni”.
Se la telenovela dello stadio sembra quindi destinata a continuare molto a lungo, il governatore punta i fari sul problema dei problemi, l’eccessiva complessità delle procedure nel nostro paese. “Credo che la burocrazia si riferisca a tutta l’attività pubblica italiana. Anche quando la Regione vuole realizzare un’opera pubblica, dal momento della decisione a quello dell’apertura dei cantieri, se non ci sono ricorsi, ci vogliono minimo tre anni e mezzo. Abbattere i tempi della burocrazia credo sia fondamentale soprattutto per le nostre squadre che penso abbiano bisogno degli introiti dello stadio.
Dobbiamo cercare di sburocratizzare tutte le procedure amministrative”.Belle parole ma che non possono rassicurare molto i tifosi delle due squadre milanesi, già nervosi per una stagione in chiaroscuro e per le mille speculazioni sulla casa del futuro.
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