39.454 è il numero della storia, e si compie a Roma: è questa la cifra più alta di spettatori mai registrata in Italia per una partita di calcio femminile. Certo, non una partita qualunque l’andata dei quarti di UWCL (Champions League), ma per arrivare sin qui il movimento – incarnato nelle protagoniste che lo compongono, passo dopo passo – ha lottato con le unghie e con i denti, alla ricerca di quegli spazi, reali e metaforici, di visibilità e dignità, che ne consentono crescita e prosperità. La storia sfavillante che va in scena all’Olimpico, nel palcoscenico di maggior lustro del calcio capitolino e italiano, racconta – a tender bene le orecchie verso il pubblico – d’affetto, entusiasmo, passione che questo sport è riuscito a conquistarsi.
Elisa Bartoli, romana d’anagrafe e cuore, con la fascia da capitana al braccio, aveva confermato alla vigilia del match: “Stiamo facendo la storia: è un sogno che si avvera”. Ed aveva ragione. Quel che va in scena, in un palcoscenico spettacolare e col pubblico in visibilio, è un match da braccio di ferro per la Roma del tecnico Alessandro Spugna, contro la squadra della squadre, un Barcellona d’incanto, quello di Jonatan Giráldez, che ha già vinto tutto ma ha ancora una fame inestinguibile, di titoli ma anche – e soprattutto – di giovani talenti. Le blaugrana dominano il primo parziale, conquistando meritatamente il vantaggio con una perla della pupilla Salma Paralluelo, al 34’, mentre Camelia Ceasar - mvp (miglior giocatrice) di campo e cuore - tiene a galla le giallorosse opponendo i guantoni in tutti i modi. È nella ripresa, però, che la Roma si esalta davvero e fa paura: con Andressa prima e Giugliano poi, nelle cavalcate imperiose di Haavi e della subentrata Glionna e nelle imbucate di Giacinti, con qualche momento di confusione delle blaugrana, Paños compresa, non impeccabile in un finale delicatissimo e carico di tensione. Game 0-1, ma il carattere della Roma lascia ben sperare: il ritorno al Camp Nou, in programma per il 29 marzo, sarà complesso ma non (più, adesso lo si sa) impossibile.
Predominio blaugrana
Il primo parziale di gioco è indiscutibile predominio della formazione blaugrana: il gioco è vivace e, dati alla mano, il possesso (66%) è sostanzialmente delle ospiti, che ragionano e fanno valere, per buona pace delle giallorosse, fisicità e tecnica: il duello più interessante è senz’altro quello tra Oshoala e Linari, ma le vere grane arrivano, per l’attenta Camelia Ceasar, dagli esterni, perché sia Hansen che Paralluelo tentanto a più riprese l’inserimento e il tiro, anche dalla distanza. La Roma di Spugna lascia, in prima battuta, il possesso, evitando il pressing alto per non concedere la profondità; così, si trova spesso ad attendere e cerca di ferire la corazzata catalana con improvvise ripartenze, che passano, in un paio d’occasioni, dai piedi di Haavi ed Andressa alla ricerca di Giacinti. La tattica, talvolta, lascia però il passo agile alla superiorità tecnica: è il 34’, quando la (fuori)classe 2003 Salma Paralluelo, ex velocista ed un palmarès già enorme, consacra con un gol – il suo primo in Champions League – da predestinata il suo arrivo a Barcellona, con una realizzazione stop-and-go d’interno sinistro imprendibile, che gonfia la rete alle spalle di Ceasar.
Furore del Barça, arrembaggio della Roma
Sessanta minuti di furore blaugrana paiono inquadrare già una partita a senso unico, con l’eccezione di un’immensa Ceasar che, in un modo o nell’altro, pare avere dei magneti sui guantoni: emblematico il riflesso su Oshoala, a meno di dieci minuti dall’inizio della ripresa, che schiaccia di testa a botta sicura. Il Barça, però, sembra fare meno paura alle guerriere in giallorosso, che nel frattempo si alzano in pressing ed allargano orizzontalmente, conquistando ampiezza con gli ingressi preziosi di Glionna e Losada, l’attenzionata ex di giornata: è prima Giacinti, al 55’, ad affondare quasi ad occhi chiusi in velocità, per una pericolosissima palla vagante nell’area piccola di Paños, ma Paredes scherma la propria porta. Così, mentre Linari con colpo di reni salva sulla linea una palla ancora di Oshoala, le giallorosse macinano terreno e si portano in bagaglio almeno quattro nitide occasioni da gol: con Andressa, sull’uscita sporca di Paños, prima, e Giugliano, che tira un missile potente ma centrale su velo di Giacinti, poi. Emblema della voglia d’inseguire il sogno per la Roma è l’ultima, vera occasione della gara: è il 93’ e Giugliano – col numero 10 che all’Olimpico non si vedeva da Totti – serve su schema da punizione una palla d’oro a Giacinti, che non riesce ad incrociare e spara sull’estremo difensore spagnola. Game 0-1, ma la Roma, ancora una volta, ci dimostra con coraggio che niente è impossibile.
Il tabellino
ROMA - Ceasar, Bartoli (66’ Di Guglielmo), Minami, Giugliano, Wenninger, Linari, Serturini (61’ Glionna), Greggi (61’ Losada), Giacinti, Andressa, Haavi. A disp.: Öhrström (P), Merolla (P), Cinotti, Landström, Ciccotti, Selerud, Kollmats, Petrara, Bruni. All. Alessandro Spugna.
BARCELLONA - Paños, Bronze (90’+2’ Torrejón), Rolfö, Walsh, Paredes, Léon Cebrián, Bonmatì, Guijarro Gutiérrez (78’ Engen), Oshoala (66’ Geyse), Graham Hansen (90’+2’Vilamala), Paralluelo (78’ Crnogorčević). A disp.: Coll (P), Font (P), Codina Panedas, Fernàndez, Rábano, Ramirez, López. All. Jonatan Giráldez.
Marcatori: 34’ Paralluelo (B)
Ammoniti: 34’ Giacinti (R), 37’ Paredes (B), 80’ Bronze (B)
Arbitro: Iuliana Demetrescu (Romania)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.