Gli esordi che fanno la storia: il Sessantotto del calcio azzurro femminile

Ripercorriamo la storia della Nazionale azzurra che fece una vera e propria rivoluzione sul campo

Gli esordi che fanno la storia: il Sessantotto del calcio azzurro femminile

Il destino è un demone misterioso, capace di scrivere storie ed unire punti impensati, che si possono leggere e comprendere ancor meglio se si fa lo sforzo di fare un passo indietro e cambiare prospettiva. In tal senso, a vederle da lontano, certe storie paiono destinate ad essere. Come quella di Maria Grazia Gerwien, implacabile centravanti del Genova primo campione d’Italia d’un campionato che – in termini di regolamentazione – quasi ancora non esisteva nemmeno: veloce, imprevedibile, la Gerwien II (perché sorella minore di Liliana, a sua volta calciatrice) esordisce in maglia azzurra quando questa, per la categoria Femminile, quasi ancora non esisteva nemmeno. È allora il 1968, e la rivoluzione dentro la rivoluzione prende forma – come, d’altronde, è spesso accaduto – in maniera quasi insperata anche per il calcio giocato dalle donne. “Il calcio femminile era, come tutto in quelle stagioni, una rivoluzione”, ebbe a dire anni più tardi.

Il 23 febbraio dell’anno che è divenuto emblema del moto emancipatorio della contemporaneità, in cui finalmente organizzarsi significò liberarsi innalzando il mantra della differenza a valore, ben duemila persone si presentarono con curiosità allo Stadio dei Pini di Viareggio per l’amichevole dell’allora rappresentativa femminile contro la Cecoslovacchia. Fu buona la prima, perché quell’Italia che ancora non esisteva nemmeno vinse per 2-1, ribaltando, prima con Tanini e poi proprio con Gerwien, lo svantaggio del gol di Michlerova dopo appena 6’ di gioco.

Vittoria dell'Italia femminile di calcio nel 1968

Passò pochissimo da quel giorno che portò visibilità ad un mondo sommerso e bistrattato ma carico d’entusiasmo e alla ricerca di legittimazione: l’11 marzo, nascita della Federazione Italiana Calcio Femminile, la città di Viareggio si legò nuovamente e indissolubilmente alle sorti di quel movimento che, da allora, non smise di chiedere a gran voce d’esser riconosciuto.

Il Genoa primo campione d'Italia del calcio femminile
Il Genova primo campione di calcio femminile (1968) con Maria Grazia Gerwien

L’esordio di Polli e quel sogno che si avvera

Elisa Polli, attaccante marchigiana attualmente in maglia Inter, è nata trentadue anni dopo il primo (dei quattro) gol di Gerwien in azzurro, ben quarantanove dopo la nascita dell’ex del club crociato e sedici dopo la conclusione della sua carriera. A distanza, infine, di cinquantaquattro anni ed otto mesi l’esordio, il suo, da titolare con la Nazionale di Milena Bertolini, arriva quasi inatteso: “È stata un’emozione unica: quando è stata data la formazione di partenza, ero felice e non vedevo l’ora di scendere in campo per giocare”, le sue parole nel post-partita dell’amichevole dell’11 novembre 2022 giocata al Guido Teghil di Lignano Sabbiadoro contro l’Austria. Polli, che in questa stagione in nerazzurro ha già collezionato 7 gol in 8 presenze, parte dal primo minuto nel 3-5-2 a fianco di un’ormai veterana come Valentina Giacinti; manca il gol – come nel match del debutto dalla panchina, contro il Brasile, in cui entra al 72' proprio in sostituzione della compagna di reparto – ma dimostra capacità, tecnica, coraggio, visione. “Le giovani hanno fatto bene; queste amichevoli servono anche per fargli fare esperienza”, sottolinea Bertolini.

Volti, come quello di Polli (e dell’U23 che, ieri, ha sfidato a viso aperto l’Inghilterra), rappresentano le nuove leve d’una generazione che avrà le chiavi – stavolta anche e soprattutto normative – per dar respiro e futuro ad un movimento che ha già riconquistato il proprio sessantotto e non vede l’ora di dimostrare il proprio valore sul campo.

Elisa Polli, Nazionale femminile di calcio
Elisa Polli (Figc.it)

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