Bernd Reichart, amministratore delegato di A22 Sports, società che sta dietro al progetto Superlega, è stato chiaro commentando la sentenza della corte di Giustizia dell'Unione Europea: "La Superlega non è affatto morta, è viva". Reichart ha presenziato al Forum 'Nuova Economia' a cui hanno partecipato anche Florentino Perez e Joan Laporta, rispettivamente i presidenti di Real Madrid e Barcellona e due dei club fondatori del progetto insieme alla Juventus dell'ormai ex numero uno Andrea Agnelli.
Reichart è poi entrato nello specifico sulla volontà dei membri della Superlega che a dir suo è tutt'altro che morta: "Vogliamo migliorare il calcio e per questo stiamo dialogando con tutte le parti. Vogliamo ridare entusiasmo e fornire una struttura economica più adeguata. Il sistema UEFA esiste da 70 anni. Nelle ultime settimane abbiamo parlato con 30 club e stanno perdendo la paura. Vogliono un cambiamento nella governance e nel controllo finanziario", le sue parole riprese dal quotidiano spagnolo Marca.
L'ad di A22 Sports è poi entrato nel merito della sentenza che non spaventa affatto i padri fondatori del progetto Superlega: "È un parere non vincolante. La Uefa non può essere tutto allo stesso tempo. È un giudice e un partito. Regolamenta e ammette o meno la partecipazione. Qualcosa di incredibile. Decide chi accede al mercato o meno. Stiamo lavorando su quell’opinione. Deve aprire il mercato e stabilire delle regole. Il rapporto esistente con i club lo permette".
Poi l'apertura e un chiaro messaggio proiettato verso il futuro: "Non escludiamo niente e nessuno. I club hanno capito che questo caso può cambiare il sistema sportivo in Europa. È incredibile che lo sport sia fuori dalla legge sulla concorrenza. Non può essere che le squadre debbano sobbarcarsi tutti i rischi e le federazioni internazionali nulla. Incredibile che ci siano club che partecipano a competizioni chiuse o quasi come l’Eurolega e dicono che la Superlega è esclusiva, quando non è così. Oggi è un progetto europeista".
Poi l'affondo su il numero uno dell'Uefa Aleksander Ceferin: "La Uefa crede che siano le Nazioni Unite. Ci sono competizioni che mettono in discussione la propria legalità e si adattano ai tempi attuali. Devono farci lavorare. Le pressioni, le minacce ai club di espellerli erano vere. Spero che in primavera ci lascino parlare, spiegare, negoziare con i club. Il calcio ha bisogno di regole chiare da applicare, non come fatto fino a ora. Devono essere uguali per tutti. Adesso è tutto stravolto. I tifosi vogliono che tutti gareggino alle stesse condizioni, cosa che ora non accade".
Infine, l'affodo sul numero uno della Liga spagnola Javier Tebas: "Ogni volta che parla il presidente della
Liga, sappiamo di più sul nostro progetto. Parla anche di un formato che non esiste. Continua a parlare di un progetto chiuso quando non è così. Non capisco il presidente della Liga cosa intenda quando parla in quel modo".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.