Nel mondiale delle sorprese, il Vecchio Continente ribadisce che, quando si inizia a fare sul serio, il blasone conta ancora. L’Olanda di van Gaal non è brillante come ai tempi d’oro ma cinica, concreta e micidiale quando serve, trasformando ogni errore degli Stati Uniti in un gol. Il tecnico arancione alla vigilia aveva detto chiaro e tondo che gli Oranje puntano al mondiale. Dopo questa vittoria convincente saranno parecchi a dargli ragione. E pensare che l’inizio dell’undici di Berhalter non era stato affatto male. Gli USA avevano provato ad imporre il proprio agonismo, aggredendo subito gli olandesi. Gran possesso palla ma, ancora una volta, poche vere palle gol. L’Olanda messa in campo da Van Gaal è precisa, chiude bene gli spazi ed imbriglia il dinamismo americano. A fare la differenza le ripartenze con le quali gli Oranje approfittano dei pochi errori concessi al meglio. Due azioni quasi fotocopia: Dumfries la mette al mezzo, un attaccante arriva tutto solo ed insacca senza troppi problemi. Depay al 20’ e Blind nel recupero costruiscono un 2-0 che punisce eccessivamente l’undici di Berhalter ma che non fa una piega. Secondo tempo con più spazi ma gli USA non riescono a pungere l’attenta difesa arancione. Dopo un gol rocambolesco di Wright che sembrava dare il via all’ennesima rimonta americana, il colpo del KO di Dumfries sull’ennesimo svarione della difesa. Alla fine, prestazione coraggiosa ma con troppe sbavature: non abbastanza per avere la meglio di una squadra estremamente organizzata come l’Olanda.
La partita
Si inizia a fare sul serio, da ora ogni errore si potrà rimediare solo tra quattro anni. La pressione è chiaramente sulle spalle di Louis van Gaal, con la sua Olanda nettamente favorita. Scelta piuttosto conservativa dell’ex tecnico dell’Ajax, che lascia ancora in panchina i poco convincenti “italiani” De Ligt e De Vrij. Davanti a Noppert, Van Dijk guida la difesa a tre, Dumfries e Blind sulle fasce con De Jong e l’atalantino De Roon in mezzo. La coppia fantasia Depay-Gakpo viene supportata dalla consistenza di Klaasen per scardinare l’ermetica difesa degli americani.
Berhalter non cambia molto il suo 4-3-3: in avanti Ferreira è preferito a Sargent, accanto agli intoccabili Pulisic e Weah. In difesa torna Zimmermann, con Serginho Dest a spingere per dare una mano al centrocampo, vero punto di forza degli Yankees con lo juventino McKennie, Musah ed il capitano Adams, il più giovane del mondiale. Resta da capire se il grande dinamismo mostrato finora saprà trovare concretezza davanti alla porta. Sette tiri in tre partite sono decisamente pochi, visto la gran mole di gioco mostrata.
Olanda cinica, Usa imprecisi
Al pronti via, americani subito aggressivi che sembrano avere la meglio nella battaglia di centrocampo, dove si deciderà l’esito di questo incerto ottavo di finale. Nemmeno tre giri d’orologio e gli Yankees si presentano pericolosamente davanti a Noppert. Azione tambureggiante degli americani che in qualche modo trovano tutto solo Christian Pulisic: la botta al volo dell’avanti del Chelsea non è male ma troppo centrale. Il portiere para senza problemi. L’Olanda soffre il dinamismo americano e subisce molto nei primi minuti. Inevitabilmente gli Stati Uniti offrono qualche spazio indietro e vengono puniti dal dinamico attacco oranje. Azione davvero mirabile, tutta di prima, l’interista Dumfries sulla destra scarica al limite dell’area dove irrompe Memphis Depay: botta di prima intenzione, rasoterra secco sul palo lontano, l’ottimo Turner stavolta non può arrivarci. La partita l’avevano fatta gli americani ma il gol lo trova l’Olanda: 1-0.
Gli uomini di Berhalter ci mettono qualche minuto per riprendersi ma continuano con il piano della vigilia: spinta sulle fasce, specialmente da Serginho Dest che svaria molto, ad alimentare i più talentuosi avanti in mezzo. La retroguardia olandese non si scompone e gli spazi sono davvero pochi. Gli arancioni sono sornioni e pronti a ripartire in velocità, liberando ogni tanto Gakpo e Depay al tiro. Il ritmo cala decisamente con gli USA che sembrano meno spregiudicati, più guardinghi. All’Olanda va benissimo così, visto che si aprono spazi per il contropiede. Gli Stati Uniti hanno grossi problemi a trovare uomini liberi e la manovra diventa più macchinosa, prevedibile. De Jong e Dumfries scalano spesso e volentieri, si è costretti a giocare in un fazzoletto di campo.
Il controllo palla americano è del tutto sterile, ma quando trovano spazio, le discese sulle fasce causano scompiglio nella retroguardia olandese. Da un movimento di Serginho Dest, Weah si accentra e piazza un tiro potente ma troppo centrale: nessun problema per Noppert. La fiammata sembra rianimare gli USA, che provano a chiudere in forcing il primo tempo. Serginho Dest prova a fare tutto da solo ma non trova spazio per il tiro. Ad approfittarne, ancora una volta, sono gli Oranje che sono davvero spietati: da rimessa laterale la palla arriva ancora a Dumfries, altro cross basso che trova a centro area, liberissimo, Daley Blind. Botta al volo, leggermente deviata, che si insacca dietro alle spalle di Turner.
Due soli errori in 45’, due gol di vantaggio per gli arancioni; massimo risultato col minimo sforzo. Molto da rivedere per Berhalter: per ribaltare quest’ottavo servirà un mezzo miracolo.
Il capolavoro di Van Gaal
Al rientro dagli spogliatoi Van Gaal mette dentro Koopmeiners e Bergwijn per De Roon, mentre Berhalter sostituisce Ferreira con Reyna. Neanche il tempo di sistemarsi che gli USA hanno un’enorme occasione per riaprire la partita: azione confusa con la palla che Ream si trova addosso nell’area piccola. Segnare non è il suo mestiere e si vede: non riesce ad addomesticarla e la palla viene liberata dalla difesa. Sul rovesciamento di fronte Dumfries prova ad accentrarsi e fare da solo: buona la sua conclusione ma stavolta Turner è attento. Olanda che prova a trovare il gol della sicurezza ma negli spazi che si aprono sono gli americani ad essere più pericolosi. Troppo imprecisi, però, i cross dalla tre quarti a scavalcare la difesa. Gli uomini di van Gaal alternano pressing a tutto campo con ripartenze micidiali ma le squadre sono spaccate in due. Prova a scompaginare le carte Berhalter mettendo Aaronson e Wright al posto di Weah e McKennie, non particolarmente lucidi oggi.
Invece della scossa prevista, è l’Olanda ad alzare il baricentro e rendersi più volte pericolosa: più parate in rapida successione per Turner che si conferma uno dei migliori portieri visti finora al mondiale in Qatar. Su un retropassaggio omicida si avventa Wright che, però, nel mettere fuori causa Noppert se l’allunga troppo. Da posizione decentrata non riesce ad imprimere abbastanza forza: la difesa sventa. L’avanti dell’Antalyaspor ha però l’occasione di rifarsi un minuto dopo: nuova palla persa dall’Olanda, Pulisic attende quanto basta per fornirla a Wright, che la tocca di punta quanto basta per inventarsi un pallonetto malefico che inganna tutti e finisce in fondo al sacco.
Sulle ali dell’entusiasmo gli USA trovano finalmente spazi per le ripartenze con Wright che costringe ad un’uscita disperata Noppert, che disinnesca. Gli Yankees provano ad alzare il ritmo ma le energie sono quelle che sono. Gli attacchi disperati degli americani lasciano però praterie all’Olanda che approfitta dell’ennesima amnesia collettiva della linea difensiva. Azione insistita con la palla che va a Daley Blind; dall’altra parte, tutto solo, Dumfries. Passaggio preciso e l’interista non può proprio sbagliare: 3-1 Olanda per la disperazione di Berhalter, che certo non si aspettava errori del genere da una retroguardia che finora era sembrata molto attenta.
Con coraggio gli Yankees provano a tornare all’attacco ma è abbastanza chiaro che la partita sia ormai sfuggita di mano. Qualche fallo di troppo, nervosismo ed il solito, generoso dinamismo degli USA, che però si aprono a pericolose ripartenze. Girandola di cambi ma la gara ormai è andata. Vince la squadra più esperta e migliore ad approfittare degli errori altrui. Il bel calcio non si è visto ma per quello c’è tempo. Oggi contava vincere e basta. Va avanti l’Olanda, fuori a testa alta gli Stati Uniti, che tra quattro anni, al mondiale di casa, saranno sicuramente più pericolosi.
Il tabellino
PAESI BASSI (3-4-1-2): Noppert; Timber, Van Dijk, Ake (90+4' De Ligt); Dumfries, De Roon (46' Berghuis), de Jong, Blind; Klaassen (47' Koopmeiners); Gakpo (90+4' Weghorst), Depay (84' Simons). A disposizione: Taylor, Pasveer, Bijlow, Lang, Bergwijn, Frimpong, Malacia, De Vrij, Janssen, de Jong. Ct: Louis Van Gaal
USA (4-3-3): Turner ; Dest (76' Yedlin), Zimmermann, Ream, Robinson (90+2' Morris); McKennie (68' Wright), Adams, Musah; Ferreira (47' Reyna), Weah (68' Aaronson), Pulisic. A disposizione: Scally, de la Torre, Carter-Vickers, Moore, Roldan, Horvath, Acosta, Johnson, Long. Ct: Gregg Berhalter
Marcatori: 10' Depay (O), 45+1' Blind (O), 77' Wright (U), 81' Dumfries (O)
Ammoniti: 60' Koopmeiners (O); 88' de Jong (O)
Arbitro: Wilton Pereira Sampaio (Brasile)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.