Cambia il cielo del basket tricolore Napoli e Roma, sorprese in finale

Oscar Eleni

da Forlì

Cambia il cielo del basket, il suo profumo. Napoli trova la finale di coppa Italia battendo (84-74) la Benetton, detentrice del trofeo da 3 anni, e oggi alla Roma senza centri chiederà un trofeo vinto nel 1968. Sapori della nuova passione che si alimenta al Sud. Bucchi, già vincitore con Treviso, lasciata soffrendo molto, recupera con Rocca, Stefansson e Larranaga e poi chiude in trionfo, pronto oggi a battersi con il maestro che guida la Lottomatica.
Svetislav Pesic lascia il suo marchio anche sulla pelle del Montepaschi battuto ai supplementari (83-70) quando Alex Righetti (25 punti in tutto, 11 nel prolungamento, 9 su 18 al tiro, 3 su 3 nel momento della verità) ha sentito l’ispirazione perduta nella chiusura dell’ultimo tempo: Roma, dopo 16 anni, nuovamente in finale di coppa Italia, seconda della sua storia. Per Siena e Carlo Recalcati altro cancello chiuso, dopo quello europeo. Potrebbe essere la fine di un rapporto usuratosi nelle sfortune dell’anno scorso, nella poca sintonia di questa stagione.
Pesic e il suo capolavoro col bilancino, senza un vero centro (Ekezie fuori e zoppo come già si sapeva), alla Spalletti, curiosa analogia fra calcio e basket nel regno di Roma, paziente giocatore di scacchi che con la sua difesa ha tamponato dove Eze aveva fatto male in partenza, cancellando subito e per sempre Kaukenas. Bodiroga l’architetto, Hawkins l’artista dell’acciaio, 10 falli subiti, 6 recuperi, hanno dato sostanza al lavoro dove si è sacrificato Tusek, mentre Sconochini, 6 recuperi, ed Helliwell, tiri liberi ed un bel canestro, hanno portato i mattoni che servivano nella serata non ispiratissima di Ilievski.


Roma insegue e poi si avvinghia, scavalca, domina l’attacco senese. Infine Siena non trova neppure una strada per chiudere la partita mettendosi davvero nei guai in una città che ha smesso di credere in certi uomini.

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