Camorra, preso a Avellino Francesco Schiavone, il contabile dei Casalesi

Latitante dal 2008, è organizzatore delle estorsioni per conto del clan. Era in una clinica di Sant’Angelo dei Lombardi, ricoverato sotto falso nome

Camorra, preso a Avellino Francesco Schiavone, il contabile dei Casalesi

Avellino - La polizia ha arrestato a Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, Vincenzo Schiavone (classe 1974), considerato il cassiere del clan dei Casalesi ed inserito nell’elenco del Viminale dei cento latitanti più pericolosi. Il camorrista si trovava in una clinica di Sant’Angelo dei Lombardi, nella quale era ricoverato. Per il ministro degli interni, Roberto Maroni, il clan dei Casalesi è "sempre più debole perché viene colpito al cuore dei propri interessi patrimoniali" e l’arresto di Schiavone "rappresenta un’altra grande affermazione dello Stato contro la camorra".

L'arresto di Schiavone L’arresto di Schiavone è avvenuto la notte di Pasqua a Sant’Angelo dei Lombardi. L’operazione è stata coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco) ed eseguita dagli uomini della squadra mobile di Avellino e del commissariato di Sant’Angelo dei Lombardi. Schiavone era ricercato dall’ottobre del 2008, quando era sfuggito all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I principali capi d’imputazione a carico di quello che viene considerato il cassiere dei Casalesi sono associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione pluriaggravata, ricettazione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco.

Il contabile dei Casalesi Personaggio di spicco del gruppo del clan dei Casalesi che fa capo a Francesco Schiavone, soprannominato "Sandokan", era latitante dal 2008. E' ritenuto non soltanto un killer del gruppo, ma anche contabile ed organizzatore delle estorsioni per conto del clan.

Nel 2008 riuscì a sfuggire alla cattura, ma la polizia sequestrò il suo computer nel quale era annotata l’intera contabilità del clan, compresi i nomi di tutti gli imprenditori e commercianti che venivano sottoposti a taglieggiamento. Vincenzo Schiavone è soprannominato "o copertone", per la sua abitudine di "firmare" gli omicidi, dando fuoco al cadavere della vittima, accanto al quale ammassa copertoni d’auto.

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