Nellaula Giulio Cesare del Campidoglio è davvero cominciato il count down finale. Ieri pomeriggio sembrava di essere in Senato al momento della caduta del Governo: clima rovente tra le diverse parti, accuse reciproche, schiamazzi, magliette anti-sindaco. Aspettando di conoscere la decisione finale del capo dello Stato sulle possibili elezioni anticipate, il comune vive lattesa con agitazione, con linterrogativo sulle dimissioni di Veltroni che rimbalza da una stanza allaltra, da una coalizione allaltra.
Lintera opposizione capitolina è sul piede di guerra, convinta più che mai che il sindaco debba dimettersi al più presto. «Forse lo farà sabato o forse lunedì. Limportante è che lo faccia», confida un esponente di Fi. E sono proprio i consiglieri del partito di via dellUmiltà che ieri pomeriggio hanno deciso di fare una protesta «a colori». Durante la seduta pomeridiana tutti gli esponenti di Fi si sono spogliati di giacca, cravatta e camicia e hanno esibito una maglietta con il simbolo del divieto di sosta e la scritta «Veltroni sei in zona rimozione». A richiamare allordine i consiglieri è stata la vicepresidente vicaria del consiglio comunale, Monica Cirinnà, descrivendo latto come una «pagliacciata» e invitando i consiglieri a rivestirsi, cosa che hanno fatto allinsegna dello slogan «elezioni, elezioni!». Il gesto di Fi è stato solo lultimo mattone di un muro di polemiche contro Veltroni innalzato ieri mattina già di buonora. E questa volta le critiche arrivano anche dalla stessa maggioranza. I capigruppo Prc, Pdci, Verdi, Sd, dopo aver spiegato che per loro lUdeur «è fuori dalla coalizione fino a quando i suoi componenti non si dissociano con chiarezza» dalle scelte politiche fatte dai loro colleghi a livello nazionale, aggiungono che il sindaco «avrebbe dovuto avere laccortezza e la sensibilità di incontrarsi con la sua maggioranza anche per fornire un quadro reale delle sue opinioni». In effetti, più di qualcuno fa notare la mancanza di una comunicazione ufficiale da parte del sindaco di quelli che siano i suoi piani o intenzioni. Non una riunione, non una nota, non una parola. E cè un esponente dellUdc che ricorda: «Almeno Rutelli nel 2001, ci avvertì tre mesi prima di tutto quello che stava per accadere. Ci convocò tutti in aula per mettere in calendario le urgenze della città da portare a termine. Cosa che Veltroni non ha ancora fatto, dimostrando una totale mancanza di rispetto verso tutti i cittadini e verso Roma. Certo che se si dimettesse senza venire prima in aula sarebbe davvero una vergogna!». Intanto, mentre da Pino Battaglia, capogruppo del Pd in comune, arriva linvito «a lavorare fino allultimo giorno utile per il bene della città e per rispetto dei cittadini», Alleanza Nazionale replica: «Veltroni si dimetta e risparmi ai cittadini romani settimane se non mesi di inutili tensioni e di sfascio istituzionale e amministrativo», spiega il capogruppo Marco Marsilio.
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