Il campo Triboniano inizia a svuotarsi: 200 nomadi a casa

Fino a 15mila euro e accoglienza agevolata in Romania. Così le famiglie rom accettano il rimpatrio assistito

Il campo Triboniano 
inizia a svuotarsi:  
200 nomadi a casa

Sono circa duecento i romeni del campo regolare di Triboniano pronti a far fagotto e tornarsene a casa. Inutile dire che non si tratta di una decisione maturata spontaneamente dagli inquilini di container e roulotte ma l’ultima ratio prevista nel piano Maroni. Per convincere le famiglie a tornare in Romania il Piano per l’alleggerimento delle aree adibite a campi nomadi, ovvero Triboniano, Novara Bonfadini e Negrotto, prevede non solo progetti per il rimpatrio assistito e l’accoglienza dei minori non accompagnati, per cui sono stati stanziati 570mila euro, con una quota massima di 15mila euro per nucleo famigliare, ma anche un protocollo con la Romania per l’accoglienza agevolata. L’accordo avrebbe dovuto essere già firmato, ma le polemiche per l’assegnazione degli 11 alloggi Aler alle famiglie del campo, la mobilitazione del PdL milanese, costata quasi il posto all’assessore alle Politiche sociali del Comune Mariolina Moioli hanno bloccato l’assegnazione e rallentato in parte le procedure. In parte, come detto, l’accoglienza speciale che il governo romeno sarebbe pronto a riservare ai cittadini che varcano la frontiera, rappresenta l’ultima ratio del progetto. Un progetto, che sta andando avanti, tanto che è fissata per oggi la riunione settimanale in prefettura con le associazioni del terzo settore.
Il prefetto e commissario straordinario per l’emergenza nomadi Gian Valerio Lombardi, insieme alle associazioni del no profit, sta cercando di reperire sul mercato privato alloggi da dare alle 11 famiglie ex destinatarie delle case Aler. Il primo a farsi avanti è stato Salvatore Ligresti che aveva messo a disposizione cascine di sua proprietà in periferia, ma sembra che la strategia di Palazzo Diotti sia quella di approfittare in minima parte della generosità dei privati ricorrendo solo a 2 /3 alloggi messi a disposizione da ciascuno, allargando la cerchia dei privati coinvolti. In altri casi si ricorre a case di proprietà pubblica affittate sul mercato privato. Ma c’è chi ne approfitta per cercare casa stabilmente: più di una famiglia, infatti, sta pensando di comprare un appartamento, aiutato dalla prefettura che si occupa di reperire banche disponibili a concedere un mutuo ai nomadi.
Scartate queste ipotesi sono previsti altri incentivi per convincere le famiglie a lasciare il Triboniano entro dopodomani, oltre alla somma stanziata per il rimpatrio assistito. Qui interviene l’accordo con il governo romeno, che prevede un accoglienza speciale per chi rientra. Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di persone che non hanno lasciato una casa in Romania ma solo un paese di origine e che qui non hanno niente da perdere. La situazione è estremamente delicata. Pende come una spada di Damocle il rischio che le famiglie cambino idea e decidano di rimanere sul territorio o ancora peggio in città.


Ecco perché il rientro deve essere particolarmente allettante, per gli abitanti del Triboniano e a costo zero per il nostro governo che sta già spendendo 13 milioni per il piano. Non solo ci sarà qualcuno ad accoglierli alla frontiera, ma anche un posto dove andare, assistenza per i figli che tornano a scuola e accompagnamento nella ricerca del lavoro.

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