Un cane e un gatto su due sono obesi come i padroni

Allarme dei veterinari: in sovrappeso il 50% degli animali domestici. «Si ammalano perché vittime dello stesso disordine alimentare di chi li accudisce»

Nino Materi

Non sappiamo se Luciano Pavarotti abbia un cane, ma se dovesse averlo c’è una probabilità su due che il quadrupede sia in sovrappeso. Non sappiamo se Piero Fassino abbia un gatto, ma se dovesse averlo c’è una probabilità su due che il micio si ritrovi a stecchetto.
Ciò perché - secondo uno studio dei veterinari australiani - esiste uno stretto rapporto tra le abitudini alimentari degli uomini e quelle dei loro amici a quattro zampe. Insomma, se un padrone è obeso, il cane o il gatto di casa sarà obeso; mentre se un padrone è anoressico, Fido e Fuffy rischiano di fare la stessa fine.
Gli ultimi dati provenienti dal continente dei canguri saltano inevitabilmente alle conclusioni: «Il 50% di cani è troppo grasso, idem per i gatti»; percentuale che rispetta esattamente il rapporto peso-bilancia dei loro padroni.
In Giappone, dove pare che il problema sia assai sentito, sono sorti specifici centri di benessere per dogs e cats extralarge. Tra i servizi offerti che promettono di far ritrovare la silhouette perduta alle razze canine e feline soggette all’incicciottimento, figurano esercizi su tapis roulan e bagni a base di piante da tè e olii di cipresso. Più o meno gli stessi rimedi consigliati ai loro padroni pancioni che, nelle sale attigue, seguono i programmi snellenti dei personal trainer nipponici.
«Correre non permette di perdere peso abbastanza in fretta - spiega Kensuke Hirakawa, che ha aperto il «Ken 21», un centro di benessere nel suo negozio di alimentari per cani di Tokyo -. Mi sembrava che i cani soffrissero di sovrappeso. Ho pensato che associare esercizi e bagni caldi sarebbe stato un modo efficace per far loro perdere peso». Il tutto alla modica cifra di 2.800 yen (21 euro).
Dalla «ben nutrita» Australia gli fa eco il veterinario capo dell'Ente protezione animali Rspca, Mark Lawrie, secondo cui gli esseri umani trasferiscono ai loro animali le cattive abitudini di dieta e di stile di vita: «A causa del troppo cibo e di troppo poco esercizio, sono caduti nella categoria degli obesi anche il 50% di cani e gatti domestici, con corrispondenti tassi crescenti di diabete, malattie di cuore e artrite». I cani più a rischio sono i labrador, i bracchetti (tipo Snoopy), i terranova e gli incroci, tutti traditi dalla generosità dei padroni che gli allungano in ciotola stuzzichini e fuoripasto, neanche si trattasse di un continuo e abbaiante happy hour.
E in Italia qual è la situazione? «Sempre più spesso visito cani e gatti troppo grassi. L'obesità è una malattia che si va diffondendo e a nulla vale parlare ai proprietari degli animali di tutti i rischi che corrono le loro creature», spiega la dottoressa Donatella Piccini dell’Ambulatorio San Prospero di Siena.


E a sorpresa spunta anche un risvolto psicogastronomico: «Nel rapporto tra uomo e animale si crea spesso una situazione di transfert, per cui chi ha un cane o un gatto gli fa mangiare quello che lui non può».
Non si ha notizia, finora, di casi in cui sia accaduto il contrario.

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