«Canto per le detenute a San Vittore, che emozione»

«È stata un'esperienza che ricordo ancora come fosse ieri. Uno dei concerti più emozionanti della mia vita». Sono passati quasi 10 anni, ma Antonella Ruggiero non ha dimenticato la sua prima volta, da cantante, nella sezione femminile del carcere di San Vittore.
Per la «Festa della mamma», le detenute con figli avevano diritto a riabbracciare i loro bambini per qualche ora. E, per l'occasione, la direzione carceraria aveva chiesto loro quale forma di intrattenimento avrebbero gradito. Le detenute-mamme hanno risposto unanimi: Antonella Ruggiero dal vivo. E l'hanno avuta. Domani pomeriggio, il giorno dopo l'8 marzo, alle 14.30, l'interprete genovese, classe 1952, già storica voce dei Matia Bazar, ormai più a suo agio con brani liturgici classici, Bach, jazz ed elettronica e un approccio da musica etnica e popolare senza frontiere che con le canzonette pop di facile consumo, sarà di nuovo nella sezione femminile della casa circondariale di piazza Filangieri, nell'ambito di «Volgar' Eloquio», la cinque giorni ideata dall'assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e interamente dedicata alla cultura del dialetto, per celebrare l'identità, le radici, la tradizione attraverso la musica, il teatro e la poesia.
«Quando mi hanno invitata ho detto subito di sì. Sembra un luogo comune, ma ogni volta che ti confronti con persone, nello specifico donne, che sono costrette a trascorrere una parte del proprio percorso esistenziale dietro le sbarre, cambia la tua prospettiva verso la vita, gli altri e le cose. Umanamente, le loro storie personali, i loro sogni e i loro pensieri, lasciano il segno -confida la Ruggiero-. C'è poi un ulteriore elemento che rende stuzzicante la mia esibizione per le detenute di San Vittore: il fatto che gran parte del repertorio, studiato apposta per questa situazione, sarà costituito da classici della tradizione dialettale milanese e lombarda». In programma, tra gli altri brani, «Crapa pelada», «Ma mì», «O mia bela Madunina» (in una versione surreale per voce e una pianola per bambini!), «Porta Romana», «El me indiriss», «Andava a Rogoredo», «La ballada del pittor», «Ti lascio» e «Faceva il palo».
Per Antonella Ruggiero, che pure da tempo si dedica alla ricerca sulle musiche dialettali e popolari («una ricerca da cui si riesce a capire un'Italia antica e il carattere di chi la abita»), si tratta della prima volta con il dialetto lombardo: «In realtà, mi sento più lombarda che ligure. È vero sono nata a Genova, ma ho vissuto quasi 15 anni a Milano e da 20 anni abito in una sorta di paradiso terrestre a mezz'ora di macchina dal capoluogo lombardo». Tuttavia, nello show di San Vittore, durante il quale sarà accompagnata dal marito, il musicista-produttore Roberto Colombo, al vocoder, e dall'ex collaboratore di Fabrizio De André Mark Harris, al piano e alle tastiere, Antonella promette più di un “pensiero“ per le detenute straniere, la maggioranza delle recluse: «Nel tempo del concerto vorrei riuscire a farle sentire con la mente un po' anche nei luoghi di origine. Per questo, mi cimenterò anche con brani di terre lontane: dall'Africa all'America Latina».

L'ennesima riprova di quanto la grande vocalist (la sua ultima fatica discografica s'intitola «Pomodoro genetico» ed è un progetto che mescola virtuosismo vocale, elettronica e gli archi suonati dall'orchestra del Maggio Fiorentino) proprio non ne voglia sapere di porre limiti alla sua voglie di sperimentare e di mettersi alla prova, senza restrizioni, con territori musicali inediti.

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