Il «Caos calmo» viene da Roma Monumento (torbato) al cereale

A forza di snocciolare nomi assurdi di scotch ispirati a foreste, fate e scogliere, il povero degustatore rischia la salute mentale e si illude di essere gaelico. È dunque con un duplice piacere che ci si versa nel bicchiere l'ultimo Kilchoman imbottigliato da Pino Perrone del Roma Whisky Festival e chiamato molto italianamente «Caos calmo». Un nome evocativo e ricco di suggestioni letterarie, da Goethe a Poe a Veronesi. Per chi non ha avuto la fortuna di assaggiarlo e di farsi raccontare la sua genesi da Pino, ci pensa la Gente di Spirito a presentarlo. È un single malt di 6 anni e mezzo invecchiato in botti di bourbon e proveniente da una piccola distilleria di Islay. È torbato (il caos), ma al naso emerge un fumo elegante, aroma di olive in salamoia e soprattutto il malto, con il suo lievito.

In bocca il cereale diventa maestoso nonostante i quasi 60 gradi. È oleoso, masticabile: calmo, appunto. La torba c'è, sui toni dell'erba bruciata. Un monumento alla materia prima del whisky.

Kilchoman «Caos calmo», (258 bottiglie), 58,6°, 135 euro

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