Rimborsi integrali dei biglietti a chi ha rinunciato al viaggio in treno e rimborso parziale a chi ha viaggiato male e a singhiozzo, ma solo se il governo e la Ue daranno il via libera, in deroga al regolamento comunitario, ad una sorta di risarcimento collettivo a favore di tutti i passeggeri rimasti vittima dei ritardi dei treni a causa delle nevicate.
Questa è la sintesi di una giornata convulsa sfociata in un comunicato ufficiale delle Fs in tema di rimborsi. Si va verso una sorta di patteggiamento collettivo, insomma, che può non soddisfare ma che rimane pur sempre un’apertura rispetto all’atteggiamento di difesa assunto dalle Fs nei giorni di caos. Del resto l’atmosfera di scontro era stata abbandonata già da ieri mattina. Lo si intuiva dalle dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti. Non più concitate e un po’ seccate, ma più concilianti e comprensive. Saranno state le centomila telefonate ricevute al numero verde delle Fs in poche ore, saranno state le immagini drammatiche riprese alla stazione Centrale di Milano dov’è intervenuta pure la polizia. Ma Moretti si è messo dalla parte degli utenti. I panini e le coperte? «Sappiamo che la gente ha avuto dei grandi disagi – ammette Moretti - noi non è che non facciamo l’assistenza dando bottiglie d’acqua, coperte e panini: ne abbiamo distribuiti migliaia; dalla notte tra il 19 e il 20 dicembre, giorno di inizio dell’emergenza maltempo, sono stati distribuiti ai viaggiatori in difficoltà oltre 16.000 kit di generi di conforto e 7.000 coperte. Sono stati inoltre garantiti 150 pernottamenti e centinaia di taxi. In ognuna delle grandi stazioni, decine di bus hanno assicurato il proseguimento dei collegamenti in caso di interruzione delle linee. Ma, come dice la Protezione civile o la polizia stradale a chi prende l’autostrada, abbiamo detto ai viaggiatori di aiutarsi anche da soli. Noi dovremmo, ed è nostro dovere farlo, ma un po’ di previdenza aiuta». E i rimborsi? «Abbiamo già restituito i soldi di 7000 biglietti a chi a rinunciato al viaggio: quindi a chi non vuole viaggiare e vuole il rimborso noi lo diamo integrale», aggiunge Moretti. E chi ha necessità di spostarsi, chi deve raggiungere la famiglia a Natale, chi non può rinunciare a incontri di lavoro e si ritrova bloccato per ore al freddo oppure stipato in una carrozza come se fosse un carro bestiame? «Discuteremo di rimborsi anche in questo caso – annuncia l’ingegnere –. Però va detto che chi vuole viaggiare comunque nonostante i problemi sulle tratte deve sapere che per noi quei viaggi costano molto di più di un viaggio normale». Una dichiarazione criptica che alla fine viene spiegata in una nota. «Trenitalia sta valutando indennizzi (forme di attenzione e di compensazione) per i ritardi dei convogli, che per tali circostanze non sono previsti dalla normativa in vigore, anche in virtù delle indicazioni che verranno dalle istituzioni». Insomma, le Ferrovie dello Stato temporeggiano aspettando il via libera dal governo e dalla Ue per sborsare decine di migliaia di euro ai viaggiatori. Per il momento, Fs chiede scusa ai viaggiatori «per i disagi» e ringrazia «le decine di migliaia di ferrovieri e di volontari che si stanno prodigando per garantire al meglio il servizio ai viaggiatori».
Ma i macchinisti dell’ala più dura, quelli della storica rivista «ancora In Marcia!», rinviano le scuse al mittente e scrivono una lettera aperta ai viaggiatori esprimendo «imbarazzo per l’atteggiamento poco rispettoso, al limite dell’offensivo, tenuto dai vertici aziendali». Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo, invece, accoglie la posizione di Fs come «un passo avanti» e assicura che la Ue «non sarà mai contraria a un risarcimento delle vittime di un disservizio anche perché il suo regolamento è minimale e ogni Stato può dare di più». E già il governo inglese ha risarcito i passeggeri bloccati a Londra e nel tunnel sotto La Manica.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.