CAPELLO

Il presidente della Fifa critica gli inglesi: «Assurdo un tecnico di un’altra nazione. E poi non sa la lingua...». Il giornale a don Fabio: «Evita le Wags e Robinson in porta»

Pare che i tabloid inglesi, ancora a corto di argomenti vivaci per mettere alla brace Capello, abbiano ingaggiato come motivatore (loro) e demotivatore del mister nientemeno che Sepp Blatter. Ficcanaso e petulante come nei periodi di miglior forma, il presidente della Fifa è riuscito ad essere più fragoroso delle pagine del Sun, il quotidiano inglese a più alto potenziale denigratorio quando si tratta di metter alla berlina qualcuno. Ieri per il pubblico inglese è stato divertimento puro. The Sun ha pubblicato il decalogo per «The boss», ovviamente Capello, dieci comandamenti per il perfetto ct, scanditi con il sorriso sulle labbra e la pistola alla tempia (del boss ovviamente). Basti leggere il decimo per capire: una piccola cosa, vinci la coppa del mondo. Giochino da ragazzi per una nazione calcistica appena cancellata dall’élite europea e che non vince il mondiale (l’unico) dal 1966.
Ma se le dieci regole d’oro sanno di pepe e, in fondo, vogliono dare una mano al novello ct (uomo avvisato...), le critiche di Blatter, riversate sul sito della Bbc, sono cicuta. «Non ho mai visto Italia, Germania, Brasile, Argentina con un allenatore di altra nazionalità. La maggior parte delle squadre più forti hanno un ct proveniente dal loro Paese». E lui, che parla diverse lingue e, per fortuna, ha una sola lingua, può anche permettersi di rinfacciare a Capello il peccato originale. «È essenziale parlare la lingua. Bisogna essere in grado di motivare i giocatori». Ma qui è intervenuto David Beckham, a smentire: «Capello ha carisma e mette paura, ha conoscenza ed esperienza unica. La squadra sarà felice di giocare per lui».
Naturalmente Blatter non dimentica gli sberloni agli inglesi e all’Inghilterra. «Quando vi definite una nazione calcistica, guardate i vostri grandi club e vedrete che il calcio inglese non è rappresentato. Le società sono squadre internazionali. Per fare il bene del calcio non bisogna mai dimenticare la nazionale».
Accuse immediate e dirette, ma evidentemente c’è modo e modo di leggerle. Per esempio Gigi Riva, che non è stato mai tenero col colonnello, le ha prese per il verso migliore. «Credo che il calcio italiano ne esca molto bene da questa situazione e Blatter, dicendo quel che ha detto, valorizza il nostro pallone». Boh! Invece Capello, al primo giorno ufficiale di lavoro, è stato molto inglese. «Per me è onore enorme guidare l’Inghilterra: ho allenato alcuni clubs fra i più prestigiosi, ma essere manager dell’Inghilterra è il lavoro più importante che ci possa essere».
Letto il j’accuse svizzero, meglio tuffarsi nel decalogo inglese molto più soave, sebben canagliesco. E così Capello ha scoperto che Wags vuol dire mogli e fidanzate, da non confondersi con i cani. «Però, aspetta un attimo...». Che l’unico sistema di gioco riconosciuto (e questo sembra un ordine perentorio) è il 4-4-2. Che in Inghilterra nessuna amichevole internazionale è facile, perché loro sono capaci di perderle. E questo è un delizioso «sense of auto humor». Che vanno evitate bellezze svedesi, soprattutto la ex di Eriksson che ama la panchina bollente, ed anche le tradizionali grigliate inglesi (nel senso di sesso). Gli regalano alcune notizie circa usi e costumi dei giocatori: Owen sempre infortunato, Crouch segna sempre, Robinson meglio trovargli altro ruolo.

E, infine, gli spiegano quando dovrà capire che è arrivato il momento di togliersi dai piedi. «Se il direttore generale della Football association ti dice che puoi contare sul supporto della federazione...».
In tutto questo non torna solo un aspetto: ma gli inglesi conoscono Capello?

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