La maison Gattinoni ha due facce, quella realistica del manager Stefano Dominella e quella sognatrice del creativo Guillermo Mariotto. Sull'alta moda i due hanno pareri diversi, ma complementari. Il primo ne recita il requiem, l'altro conserva entusiasmo e speranza.
Dominella, siete gli ultimi sopravvissuti di un mondo scomparso?
«Oggi le donne non hanno più il senso dell'alta moda, le giovani non l'hanno mai conosciuta, si scocciano di andare in sartoria a fare le prove. Per le occasioni importanti scelgono il pret à couture, creato industrialmente dalle griffe, magari con tessuti preziosi. Nei nostri atelier vengono solo spose, con madri e sorelle e chi cerca abiti da sera, mentre da cocktail ormai non ne chiedono. Basta per far stare in piedi una struttura di almeno 20 persone per quei 150 capi l'anno da 10 mila euro in su. Una vetrina costosa per licenze di accessori e cosmetica (le nostre 14 le abbiamo vendute), ma certo non ci si arricchisce».
E Mariotto che dice?
«Quando Stefano, preso dallo sconforto, propone di chiudere, gli rispondo: Sei pazzo?. È vero, l'Italia è una valle di lacrime, ma all'estero continuo a lavorare e mi diverto, soprattutto nei paesi arabi, dove ogni matrimonio, cerimonia, festa è una gara per ogni donna per vincere sull'altra. Ho incominciato negli anni '80 e si parlava della morte dell'alta moda, invece. Oggi c'è il cellulare, l'ultimo specchio, che moltiplica l'effetto dell'abito, a caccia di like».
Sei diventato un personaggio tv, a «Ballando con le stelle». Che ti ha dato?
«Un'esperienza che mi ha fatto più pignolo, per capire le persone da come si muovono. Uno stilista fa anche questo, cerca il carattere di chi deve vestire: le clienti all'inizio si sottopongono ad un incontro di 2 ore, quasi una seduta di psicoanalisi».
Anche Dominella parla di moda dal video, mentre la maison sfila a Roma solo a gennaio: la capitale non è più un palcoscenico ambito?
«É tagliata fuori dai grandi circuiti, le sue iniziative distratte, mentre Parigi continua a valorizzare l'alta moda francese.
Una volta finiti noi, non vedo nuove leve. Così, cerchiamo altro: il 6 giugno apriremo la mostra Angeli e demoni nel castello di Santa Severa, che andrà a Tokio e vestiamo star del red carpet, da Cameron Diaz a Bioncè, più per l'immagine che per denaro...»AMG
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