Il capo dello Stato richiama alla coesione: "Il Paese cresce insieme oppure non cresce"

Napolitano torna a chiedere la cooperazione tra Nord e Sud d'Italia. Ieri il Colle aveva minacciato di arrestare Bossi e aveva detto che il popolo padano non esiste. Oggi La Padania titolava: "Io esisto e sono padano". Calderoli attacca: "Riforma federalista o autodeterminazione"

Il capo dello Stato richiama alla coesione: 
"Il Paese cresce insieme oppure non cresce"

Napoli - "O questo Paese cresce insieme o non cresce". Con queste parole il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha tagliato corto sulle polemiche sulla secessione ed è tornato a chiedere a gran voce coesione nazionale. 

Il monito del Capo dello Stato arriva da un luogo simbolico: l'Università degli studi di Napoli, dove oggi si inaugura il 200esimo anno accademico della facoltà di Ingegneria. Proprio dove si formano le nuove generazioni Napolitano ha tenuto a sottolineare le "enormi potenzialità dello sviluppo di Napoli" e di tutto il Sud. Uno sviluppo imprescindibile per la crescita di tutta l’Italia.

Nel pomeriggio il presidente della Repubblica ha ricordato a chi "impreca" contro la politica che "la politica siamo tutti noi".

Ieri proprio da Napoli il Capo dello Stato aveva tuonato contro la Lega che spinge per la secessione: "Il popolo padano non esiste", aveva detto Napolitano ricordando a Bossi e compagni che in passato i separatisti finivano in manette.

Oggi il Carroccio ha risposto tramite il suo quotidiano, come ha detto Roberto Maroni: "Ha riposto oggi la Padania, non ho nulla da aggiungere. Sono ministro, prendo atto e basta". L'edizione odierna del giornale titola in prima pagina "Io esisto e sono padano". Sopra al titolo si legge: "Napolitano dimentica l’autodeterminazione dei popoli". L'editorialista Roberto Schena aggiunge che il Colle "si è scatenato contro il diritto dei popoli a scegliersi l’indipendenza, il loro diritto a non mettersi una corda al collo con la classica, grossa pietra legata all’altro polo. Invece di invitare a meditare, minaccia". 

Duro anche Roberto Calderoli che chiede di approvare entro la prossima estate la riforma federale, in cui "non vi è traccia di nulla che possa minare l’unità nazionale". Se questo non avverrà "l’unica alternativa sarà all’autodeterminazione dei popoli, diritto riconosciuto da un organismo internazionale che non si può tirare in ballo soltanto per la missione di pace in Libia, per poi dimenticarsene per tutto il resto". Il ministro per la Semplificazione normativa ha ricordato che il ddl arriverò in Senato la prossima settimana.

A Napolitano hanno dato ragione anche i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Il primo ringrazia il Colle che con le sue parole ha "archiviato la suggestione di una identità padana che non esiste e non è mai esistita". Fini non nega il divario tra : "C’è un malessere al Nord, ma c’è anche un malessere meridionale e per risolvere il malessere del Nord è indispensabile che tutta Italia abbia una strategia comune, serve uno sforzo di unità nazionale". Anche per Schifani, inoltre, "non esiste la Padania, esiste l’Italia come paese unico e indivisibile così come dettato dalla Costituzione, in un principio inviolabile e immodficabile".

Non sembra però profilarsi una rottura: "I toni accesi della Lega", ricorda Schifani, "fanno parte del loro colore, ma le va dato atto che come partito in Parlamento non ha mai assunto in questi anni iniziative

politico-parlamentari finalizzate a una secessione". Del resto, anche Maroni a chi gli chiedeva se fossero a rischio i rapporti tra Quirinale e Carroccio ha risposto: "Non credo, sono opinioni note e non mi pare ci siano grandi novità".

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