da Milano
Sette centrali perché la crisi del gas faccia meno paura: oggi vanno a olio combustibile, dovranno essere convertite e anziché a metano potrebbero funzionare a carbone anche perché sono tutte collocate lungo il mare. La proposta viene da Andrea Clavarino, presidente di Assocarboni: «Enel, Edison, Endesa hanno impianti che possono passare a carbone, con un risparmio di costi e una maggiore sicurezza di approvvigionamento - sostiene -, in tutto si arriverebbe a 7-8mila megawatt. Se si partisse subito in meno di due anni potrebbero entrare in funzione: il carbone è leader nel mondo per la produzione elettrica».
Il fatto è che il carbone in Italia trova lopposizione degli ambientalisti, e Clavarino non nega che le emissioni di CO2 siano superiori a quelle del gas, ma sostiene che con i nuovi impianti tutte le altre emissioni (comprese le polveri) sono inferiori a quelle delle attuali centrali a olio combustibile: «Enel va nella direzione giusta - sostiene - se gli altri non riescono a fare le riconversioni è in quanto sono meno bravi. Ora bisogna decidere che cosa fare, il governo deve impegnarsi prima delle elezioni su che direzione prendere. E vediamo Prodi cosa dice: con i verdi voleva mettere la carbon tax. Oggi siamo tutti daccordo che siamo fragili sul fronte energia: quello del gas non è solo un problema tecnico, ma anche politico e Putin lo tratta come tale». Ma a livello locale le opposizioni sono forti... «Vero - replica Clavarino - ed è per questo che ci vuole una politica energetica nazionale: il prossimo governo dovrà fare delle scelte, il problema energia deve andare in testa allagenda delle priorità, non è possibile che la politica energetica sia fatta a livello locale».
Cè infine unobiezione di fondo: lItalia ha fatto la scelta del gas. «Io sono daccordo con Scaroni quando dice che si va verso unOpec del gas, che terrà alti i prezzi. Se vogliamo ridurre la bolletta energetica dobbiamo scegliere il combustibile meno costoso».
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