Un ingegnere in meno, un grandissimo attore in più. È morto Donald Sutherland, l'attore canadese che il 17 luglio avrebbe compiuto 89 anni e che, dopo la laurea in Ingegneria all'università di Toronto, si dedicò alla passione nata a scuola trasferendosi nel Vecchio Continente per studiare recitazione alla London Academy of Music and Dramatic Art. La notizia è stata data su X dal figlio Kiefer Sutherland che ha pubblicato una dolcissima foto di lui da piccolo con accanto il padre di cui ha seguito, con altrettanto successo, le orme: «Con il cuore pesante, vi dico che mio padre è morto. Personalmente lo ritengo uno degli attori più importanti della storia del cinema. Non è mai stato scoraggiato da un ruolo, buono, cattivo o brutto che fosse. Amava ciò che faceva e faceva ciò che amava, e non si può davvero chiedere di più. Una vita ben vissuta».
Il debutto al cinema a 30 anni avviene curiosamente in un film italiano, Il castello dei morti vivi diretto da Herbert Wise e Warren Kiefer sotto i cui pseudonimi si nascondevano Luciano Ricci e Lorenzo Sabatini, bistrattato dalla critica ma apprezzato ancora oggi dai cultori del genere horror più artigianale. Avendo accanto un maestro come Christopher Lee, Sutherland, addirittura in un doppio ruolo, ha modo di perfezionare il suo stile attoriale che gli consentirà di partecipare ad altri film dell'orrore in cui il suo volto, dai tratti gotici, è particolarmente efficace.
Finalmente nel 1968 partecipa a Quella sporca dozzina di Robert Aldrich a cui segue nel 1970 M.A.S.H. di Robert Altman dove, accanto a Elliott Gould, nel ruolo di un dinoccolato capitano medico in un ospedale da campo durante la guerra di Corea, mostra anche un lato quasi comico. Dopo questo grande successo gli anni '70 coincidono con quelli della sua consacrazione in cui inanella ruoli significativi in Il mondo di Alex di Paul Mazursky, E Johnny prese il fucile di Dalton Trumbo, fino al ritorno in un film di genere, un thriller in cui aveva poteri soprannaturali, A Venezia un dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg. La sua eterogeneità attoriale trova il suo apice in opere come Il giorno della locusta di John Schlesinger, Novecento di Bernardo Bertolucci nei panni del gerarca fascista dal nome inconfondibile, Attila, e Il Casanova di Federico Fellini in cui interpreta, non senza ironia, il celebre seduttore veneziano.
Gli anni '80 lo vedono come un interprete che Hollywood utilizza più per la sua versatilità che per le sue effettive grandi capacità da protagonista. Diminuiscono i ruoli importanti, a parte Gente comune di Robert Redford in cui interpreta il sofferto capofamiglia. Nei '90 prende parte al film fiume JFK Un caso ancora aperto di Oliver Stone che gli affida uno dei ruoli più spaventosi della sua carriera. Quello di Mister X, nella realtà un vero capo della Cia, che spiega al procuratore Garrison, interpretato da Kevin Costner, i retroscena dell'omicidio del presidente Kennedy.
Negli anni Duemila si contraddistingue per personaggi che possono essere ambigui come il padre che instrada il figlio alla carriera da killer in Panic di Henry Bromell, o amabili come uno dei quattro piloti di una certa età che tornano a lavorare per la Nasa per salvare il mondo in Space cowboys di Clint Eastwood. Poi partecipa a un altro film che cerca di svelare le trame che si nascondono dietro uno dei grandi delitti politici, quello di Aldo Moro, in Piazza delle Cinque Lune di Renzo Martinelli mentre è un reverendo in Ritorno a Cold Mountain di Anthony Minghella.
La sua carriera si riapre nel 2012 grazie alla fortunata saga di Hunger Games iniziata da Gary Ross ma sono anni in cui non dimentica gli amati autori italiani perché prende parte, subito dopo, a La migliore offerta di Giuseppe Tornatore fino allo splendido protagonista di Ella & John - The Leisure Seeker di Paolo Virzì che, nel 2017, gli regala l'ultimo
grande ruolo della sua carriera in cui, in coppia con Helen Mirren, è un anziano affetto da demenza che, con la moglie, sale sul camper di quando era giovane, per intraprendere il suo ultimo viaggio. Come quello iniziato ieri.
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