Trump show al Congresso. "L'America è tornata"

Discorso record di 100 minuti. Dazi, fentanyl, immigrati, la lettera (smentita) di Zelensky e l'Ue: Donald tra verità e fake. Protesta Dem

Trump show al Congresso. "L'America è tornata"
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«L'America è tornata». Donald Trump pronuncia il primo discorso davanti al Congresso a Camere riunite del secondo mandato decantando le sue politiche e affermando di aver «realizzato più in 43 giorni di quanto la maggior parte delle amministrazioni realizzi in 4 o 8 anni». «Il sogno americano è inarrestabile», assicura nell'intervento durato un'ora e 40 minuti, il più lungo di sempre tenuto da un presidente degli Stati Uniti a una sessione congiunta di Capitol Hill (batte il record di Bill Clinton del 2000). Un discorso concentrato in gran parte su economia ed immigrazione, i temi che più di tutti gli sono valsi la rielezione.

Il tycoon difende le sue scelte dirompenti inclusa la guerra dei dazi che ha affondato le Borse: spiega che le barriere doganali «non servono solo a proteggere i posti di lavoro, ma anche l'anima del nostro Paese», pur ammettendo che «ci saranno dei piccoli scompigli». «Siamo stati derubati per decenni da quasi tutte le Nazioni del mondo», prosegue, avvertendo che gli Usa «risponderanno dazio su dazio, tassa su tassa», e Messico e Canada «devono fare di più per fermare il traffico di fentanyl e di clandestini», ma lascia aperta la porta a un compromesso.

Uno dei temi più attesi è ovviamente il dossier ucraino, e Trump annuncia di aver «ricevuto un'importante lettera dal presidente Zelensky che si dice pronto a sedersi al tavolo delle trattative il prima possibile per avvicinarsi a una pace duratura, e a firmare l'accordo sulle terre rare in qualsiasi momento». Una retromarcia anticipata dal leader di Kiev su X, ma confermata con una missiva ufficiale al comandante in capo, che «apprezza» l'apertura. In diversi si aspettavano che The Donald delineasse un piano per porre fine al conflitto, e invece non fornisce ulteriori dettagli, se non affermando che «abbiamo ricevuto forti segnali» anche dalla Russia, «sono pronti per la pace», e di aver avuto «discussioni serie» con Mosca.

Il disgelo non gli impedisce comunque di attaccare l'Europa, accusata nuovamente di aver «speso più soldi per acquistare petrolio e gas russi di quanto ne abbia spesi per difendere l'Ucraina», e Joe Biden, che «ha speso più soldi dell'Europa». Sempre sul fronte estero, Trump ribadisce l'intenzione di impossessarsi della Groenlandia, «in un modo o nell'altro», di «riprendersi» il Canale di Panama, e promette che «andremo su Marte e oltre e pianteremo la bandiera americana». Dichiara poi di aver «messo fine alla dittatura del politicamente corretto» e che «è ora di dichiarare guerra ai cartelli della droga messicani». Quasi ogni frase riceve forti applausi dai repubblicani, mentre alcuni democratici mostrano in silenzio cartelli con scritto «falso», «è una bugia», altri lo interrompono ripetutamente, e un deputato viene espulso dall'aula.

Applausi scroscianti accolgono invece la first lady Melania al suo arrivo nella galleria per ascoltare il discorso del marito. Tra i cartelli di protesta anche uno con scritto «Elon Musk ruba», ma Trump ringrazia pubblicamente il first buddy (che si alza in piedi) e difende i tagli del suo Doge contro un'onnipotente burocrazia di non eletti (ottenendo una standing ovation da parte dei repubblicani, fischi dall'opposizione). Quindi fa un lungo elenco di presunti sprechi, scoperti dal dipartimento del patron di X, Tesla e SpaceX, tra cui uno nell'enclave sovrana del Lesotho in Sudafrica, «un Paese che nessuno ha mai sentito». Il suo discorso fiume scatena come sempre il «fact checking» dei media Usa e non solo: alcuni dati appaiono piuttosto confusi, come quelli sulla pensione garantita a persone con oltre 150 anni.

E pure sugli attacchi a Biden, quando dice che gli ha lasciato in eredità «una catastrofe economica e un'inflazione da incubo», mentre in realtà gli Stati Uniti avevano l'economia più forte del mondo al momento del suo insediamento. Accusa anche il predecessore per i prezzi stellari delle uova, ma la causa in gran parte è la recrudescenza dell'influenza aviaria.

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