
Gentile Direttore Feltri,
cosa ne pensa della giravolta di Zelensky, che ora ci ripensa, abbassa i toni, scrive una letterina d'amore e di scuse a Trump e dichiara di essere pronto a collaborare per la pace?
Gino Inzago
Caro Gino,
cosa pensare? Zelensky ha calato le brache perché si è reso conto che i rubinetti verranno chiusi e che seguitare a compiere pellegrinaggi ovunque allo scopo di chiedere (pretendere) miliardi di aiuti militari sarebbe sforzo vano e controproducente. Ma cosa ha indotto il presidente ucraino a compiere quella che tu definisci «giravolta»? Quello che non si dice è che determinante è stato l'intervento della nostra premier Giorgia Meloni, la quale ha indotto al ragionamento non solo Zelensky, ma anche il primo ministro inglese e il presidente francese, i quali seguitavano ad inasprire il rapporto tra Europa e Usa nonché la tensione tra Ucraina e Russia avanzando proposte folli come l'invio di truppe europee in Ucraina, per combattere contro i russi.
Giorgia Meloni è stata l'unico leader occidentale a rendersi conto che la pace deve essere (e non può che essere) costruita insieme agli Stati Uniti e che porci di traverso a Trump è scelta sconsiderata e nociva. Non si arriva alla tregua e all'armistizio né con le armi, né dando addosso al capo della Casa Bianca né attaccando Putin e provocandolo.
Meloni ha invitato i suoi omologhi europei e pure Zelensky alla moderazione, da qui ritengo - e questa non è una deduzione azzardata - che nasca la decisione di Zelensky, rassicurato dal fatto che Meloni lo ha sempre appoggiato e ha sempre sostenuto l'Ucraina, ad esprimere fiducia al presidente americano mediante una lettera di scuse pubbliche, in cui l'ucraino ha affermato con toni accorti la sua volontà di impegnarsi per la pace affidandosi alla mediazione e alla operosità del tycoon. Del resto, la maniera in cui Zelensky si è presentato alla Casa Bianca qualche giorno fa è stata, a mio avviso, indecente.
Egli è stato descritto come una vittima, ma io credo che il suo atteggiamento sia stato insolente, al di là della tenuta militare che indossava come se si fosse recato al fronte, a combattere, quando in questi anni non ha mai imbracciato un fucile, nemmeno di plastica. Gli mancava solo l'elmetto, ma forse quello avrebbero dovuto metterselo i presenti alla conferenza al fine di difendersi dalle sue sparate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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