Case popolari ai nomadi, avviso di sfiducia all’assessore

Braccio di ferro a Palazzo Marino sull’assegnazione degli alloggi ai rom. Il Pdl: "Niente corsie preferenziali". La Moioli tira dritto ma poi deve cedere

Case popolari ai nomadi, avviso di sfiducia all’assessore

Terremoto a Palazzo Mari­no. La questione delle case ai rom del Triboniano aprono la "fiducia a termine" per l’asses­sore ai Servizi sociali Marioli­na Moioli. Sfiduciata per una giornata intera sul piano no­madi che assegna (assegna­va?) 25 alloggi dell’Aler alle fa­miglie che saranno sgombera­te dal campo entro fine otto­bre, da una maggioranza co­munque spaccata al suo inter­no. E che rischiava di affonda­re in aula alla prova dei voti. La tensione era alta da giorni e l’avviso di bloccare la conse­gna delle case attraverso le as­sociazioni del privato sociale (la Casa della carità di don Col­megna e Caritas-Farsi prossi­mo) è arrivata al sindaco ripe­tutamente anche dal ministro all’Interno Roberto Maroni. Che qualche giorno fa ha mi­nacciato di tagliare i 13 milioni di euro destinati alla chiusura dei campi se Letizia Moratti e la giunta non avessero assun­to la piena responsabilità della scelta. Ieri mattina, l’aut aut: ognuno ci metta la faccia avrebbe mandato a dire attra­verso i colonnelli della Lega. Tradotto: piena disponibilità del ministro a partecipare ad un convegno sul tema rom, se­duti allo stesso tavolo Maroni, Moratti, il governatore Formi­goni, il presidente della Provin­cia Podestà e il prefetto Lom­bardi. Alle 12 si riunisce un’agi­tata commissione servizi socia­li per discutere delle mozioni stoppata in consiglio lunedì scorso e arrivare con un testo unico della maggioranza in au­­la: quello del capogruppo Pdl Giulio Gallera chiede di stral­ciare gli alloggi dell’Aler dal piano, "non sono case abban­donate da 20 anni ma da qual­che mese. I milanesi devono avere chiaro che i rom non avranno corsie preferenziali. Se credono nel progetto di inte­grazione, le associazioni non usino case date da noi ma già nelle loro disponibilità". Rivol­ta dall’opposizione, la Moioli per una volta trova sponda nel­la sinistra radicale. E - sembra un paradosso - al pomeriggio nella Lega che per togliere l’as­sessore dall’imbarazzo di ve­dersi sfiduciata ai voti dalla maggioranza (o per evitare la Caporetto di Pdl e Lega che si contano e ricontano e non so­no abbastanza in aula) il capo­gruppo Matteo Salvini propo­ne di sospendere la seduta: "Maroni è pronto a un incon­tro con le istituzioni. I Comuni di Roma, Napoli, Torino han­n­o affrontato il piano senza as­segnare case e non vorremmo prendere lezioni. Fermiamo il dibattito ma anche la conse­gna delle case". Perché intan­to le famiglie da giorni sfilano in prefettura con le onlus, al­meno 7 avrebbero già firmato i contratti ("rispondo al prefet­to, non all’aula" va avanti don Colmegna). La Moioli tira drit­to: fermiamo l’aula ma non il piano, dice ai pidiellini ("dite­mi se chiudere sei campi no­madi vale meno che integrare 25 famiglie"). Solo dopo 3 ore di dibattito fa dietrofront in au­la: si impegna a convocare og­gi "un incontro urgente con prefetto, sindaco e terzo setto­re. Porterò«l’indicazione chia­ra" ricevuta dalla maggioran­za, assicura.

Ma il Pdl non vuol correre rischi di nuovo: "Quan­do ci ritroveremo in aula sulle mozioni saranno un giudizio sulla parola data dall’assesso­re". Intanto, annullata oggi l’inaugurazione della caser­ma alla Comasina. Dovevano incontrarsi Moratti e Maroni, la dice lunga sull’aria che tira.

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