Casini: conosco Silvio, non mollerà mai

Fabrizio de Feo

da Roma

Si lanciano battute, si punzecchiano, prendono le distanze l’uno dall’altro. Tutto nel nome del proporzionale e della necessità di mettere l’accento sulla propria identità partitica. Poi inevitabilmente, a distanza di qualche ora, fanno scattare la ricucitura. È Pier Ferdinando Casini, questa volta, prima sul Grande Politico di SkyTg24 poi a Porta a Porta, a scacciare le nuvole che lunedì si erano addensate sul suo rapporto politico con Silvio Berlusconi. «Non perdo tempo a polemizzare con il presidente del Consiglio ma con i miei avversari. Per me l’avversario è Prodi».
Dopo essersi mosso sul filo della diplomazia, il leader dell’Udc tesse apertamente l’elogio del premier. «Berlusconi non è un uomo di plastica. Solo chi non lo conosce può pensare che sia provvisorio e io che lo conosco non lo sottovaluto». Casini si dice sicuro che, nel caso di una sconfitta del centrodestra, Berlusconi continuerà a stare in campo: «Figuriamoci se andrà in vacanza - dice - è più facile che ci vada uno di noi. Io devo ringraziare gli italiani. Io sono nulla, senza gli italiani. Per Berlusconi è diverso: Berlusconi è Berlusconi anche senza gli italiani». Il politico centrista considera chiusa la sua parentesi istituzionale. «Ora il mio impegno è di rappresentare i moderati, sia che si vinca sia che si perda». E non manifesta alcun timore per l’aggressiva campagna elettorale di Silvio Berlusconi. «La vera competizione di oggi è tra noi e la Margherita. C’è una fetta di elettorato incerta che possiamo intercettare solo noi o Rutelli». Una carezza il numero uno dell’Udc la riserva anche al leader di An. «Io avrei appoggiato Fini alla presidenza del Consiglio, non ho problemi di antagonismo, ne ho stima, siamo amici. Dopo aver sperimentato per 12 anni la lealtà degli alleati bisogna pensarci non una ma mille volte prima di rompere».
Dopo essersi mosso sul terreno dei rapporti con gli alleati, in un infuocato duello a Porta a Porta che riunisce oltre a lui Gianfranco Fini, Francesco Rutelli e Piero Fassino, Casini si scaglia contro il candidato premier dell’Unione. «La demagogia di Prodi rispetto a quella di Berlusconi è eclatante» dice il leader Udc. «Prodi dapprima propone di abbassare l’Ici e poi dice che gli estimi catastali vanno rivalutati: praticamente con una mano dà e con l’altra toglie. Le sue proposte spaventano altrimenti non si capirebbe per quale motivo i notai sono presi d’assalto per il trasferimento dei capitali all’estero. La gente sta prendendo le contromisure». L’affondo contro Prodi però è soltanto l’antipasto di un dibattito accesissimo. È il fisco a scaldare gli animi e soprattutto la domanda «ma voi come finanziate le vostre promesse?» che dà vita a un crescendo di epiteti. Si parte con Fini che sottolinea «l’evidente nervosismo» dei due avversari. E Rutelli di rimando: «Sei tu nervoso». Pronta la replica di Fini: «Sei superficiale». Scambio in crescendo: «Sei rimasto come uno stoccafisso» dice il leader della Margherita al vicepremier. Che a sua volta replica prima con un «sei un barzellettiere. È vero, sono rimasto come uno stoccafisso ma per la faccia tosta di Rutelli». L’epiteto successivo è quello di «piacione» rivolto da Fini a Rutelli. Battuta che non sfugge a Fassino: «Anche tu non sei un brutto attore». Si va avanti così tra un «impudente» e un’accusa più politica di Fini, ovvero «date i numeri» sulle tasse.
L’ultima parte di trasmissione si concentra sul conflitto di interessi. Piero Fassino fa capire quali siano le reali intenzioni dell’Unione in caso di vittoria. «La nuova legge dovrà dividere gli interessi imprenditoriali di Berlusconi dal suo ruolo politico.

Berlusconi potrà restare proprietario di Mediaset, purché venga completamente separata la gestione dell’azienda così da risolvere il problema tout court». Pronta la replica di Fini. «Eravate così preoccupati dal conflitto di interessi che siete stati al governo per cinque anni e la legge non l’avete fatta. Così preoccupati che la legge alla fine l’abbiamo fatta noi».

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