Casini: «Test antidroga obbligatori a scuola»

da Roma

L’allarme per gli ultimi fatti di cronaca che dimostrano quanto la «cultura dello sballo», anche con le droghe leggere, sia pericolosa, mette la ds Livia Turco in una posizione scomoda e il ministro della Salute cerca di correggere l’immagine di chi ha tentato di raddoppiare da 20 a 40 gli spinelli per uso personale. Dice di valutare «con un certo interesse» l’iniziativa dell’amministrazione guidata dal sindaco di Milano, Letizia Moratti, di inviare il kit antidroga alle famiglie. Si tratta di un test basato sull’esame delle urine o della saliva in grado di rilevare la presenza di sei sostanze stupefacenti. Ma per il titolare della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Rc), è una strada sbagliata: «Il rapporto genitori-figli dev’essere basato sulla fiducia e sul dialogo, non sui controlli».
Pierferdinando Casini, invece, vuole un test obbligatorio antidroga nelle scuole per gli studenti tra i 14 e i 18 anni. «La famiglia e i ragazzi devono sapere che drogarsi fa male ed è necessario su questo problema evitare ogni ipocrisia». Il leader dell’Udc chiede a Silvio Berlusconi e Romano Prodi di esprimersi «con chiarezza» sull’argomento e ricorda al ministro dell’Interno, Giuliano Amato, che della sua proposta non si è più parlato, come di quella per i test ai parlamentari.
Per la Turco si deve arrivare «a un consumo nullo delle droghe», ma per questo serve educazione e formazione. Educazione, non repressione, insiste il ministro e attacca le attuali norme Fini-Giovanardi, dicendo che «non servono le leggi penali». Riferendosi al quindicenne del Milanese morto a scuola dopo aver fumato, sembra, uno spinello, la Turco spiega che queste cose «avvengono in un Paese dove c’è una legge feroce contro il consumo di spinelli». E invita a riflettere Fini e Giovanardi, oltre che l’opinione pubblica, sull’inutilità di «una legislazione repressiva nei confronti in particolare dello spinello». Un attacco duro cui rispondono i due padri delle norme in questione. Il leader di An Gianfranco Fini, ribadisce che «la sanzione verso chi usa le droghe è doverosa»: non la prigione, ma contravvenzione, ritiro patente o porto d’armi e, in caso si tratti di minori, un avviso della prefettura alla famiglia. D’altronde, prosegue, non è logico che si faccia la contravvenzione a un ragazzo se non si mette il casco e nulla se si impasticca il sabato sera.
La Turco è un «cattivo maestro», insorge il centrista Carlo Giovanardi, che ora «specula vergognosamente» sulla tragedia di Milano, dando la colpa alle norme in vigore. «Ricordo al ministro e agli italiani che l’unica “feroce” sanzione per un quindicenne che si spinella è la possibilità per l’autorità scolastica e il prefetto di avvisare preventivamente la famiglia, cosa che purtroppo in questo caso non sembra essere avvenuta».
A proposito dell’educazione che invoca la Turco, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni sostiene che nelle scuole bisogna ripristinare le regole e «insegnare la cultura della legalità». Michela Vittoria Brambilla annuncia una proposta di legge per istituire corsi d’insegnamento, nelle scuole medie e superiori, sui danni che provocano gli stupefacenti. La presidente nazionale dei Circoli della Libertà spiega che la copertura finanziaria sarebbe di circa 60 milioni di euro l’anno. «Ma se questa è una priorità, e credo davvero che lo sia, non dovrebbe essere impossibile trovare questi soldi». L’azzurra Isabella Bertolini chiede al governo «una brusca inversione di tendenza» dopo i fatti di Milano, l’abbandono dell’«ideologico e irresponsabile antiproibizionismo» e accusa la Turco di aver tentato di depenalizzare gli spinelli.
Per la sinistra estrema quella della Cdl è «pura demagogia», come dice il verde Tommaso Pellegrino.

Ma a speculare sono anche settori della maggioranza, secondo il suo compagno di partito Mauro Bulgarelli, che critica «il solito coro proibizionista, da destra come da sinistra» e invita il governo a non lasciarsi «intimidire» e ad abrogare la Fini-Giovanardi «come da programma elettorale».

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