Brasilia - "Non sono mai intervenuta in favore di Cesare Battisti": lo ha detto Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy, intervenendo, con un comunicato all'Ansa, sulle polemiche in cui è stata coinvolta in Italia. "Mi dissocio nel modo più assoluto - ha aggiunto la première dame - da tutte le dichiarazioni che mi riguardano su Battisti". Poi ha aggiunto: "L’ondata di violenza che ha scosso l’Italia durante la mia infanzia mi ha molto colpito, ne ho un ricordo molto preciso. Chiarendo, infine, di condannare "ogni forma di terrorismo". Ma le polemiche sulla mancata estradizione di Battisti non si placano.
L'Ue si chiama fuori La battaglia diplomatica innescata dall'Italia va avanti ma l'Unione europea si chiama fuori. Il portavoce della Commissione europea Michael Mann ribadisce che si tratta di una questione "bilaterale" e che "non è prevista una competenza della Commissione". "Non esiste un trattato di estradizione tra Unione europea e Brasile", ha spiegato Mann sottolineando che è quindi una questione bilaterale tra Brasile e Italia. "Mann parla a nome dell’intero gabinetto Ashton", ha poi spiegato - nel corso di una conferenza stampa - un altro portavoce della commissione, Olivier Bailly, dopo che ieri la Farnesina aveva commentato le dichiarazioni di Mann come "superficiali" parlando di "caso più complesso" e di una possibile iniziativa Ue, promossa dall’Italia.
Il Brasile riapre il fascicolo Il fascicolo Battisti viene riaperto in seguito al ricorso degli avvocati italiani. Il presidente del Supremo Tribunal Federal, Cezar Peluso, ha ordinato di riaprire il dossier relativo all'estradizione di Battisti presso l'Alta Corte brasiliana, a seguito della richiesta di scarcerazione dei legali dell'ex terrorista rosso e del ricorso presentato dagli avvocati dell'Italia per bloccare tale richiesta. Lo rende noto un comunicato dell'Stf, rilevando che Peluso ha ordinato di 'disarchiviare' il procedimento e di allegare agli atti la richiesta "dell'immediato rilascio" di Battisti presentata ieri dopo il diniego all'estradizione deciso il 31 dicembre dall'ex presidente Lula.
"Oggi, il governo italiano ha chiesto che Battisti rimanga in prigione, fino all'esame da parte dei ministri della Corte" di tale decisione: "anche questa richiesta - precisa la nota - sarà allegata" agli atti relativi al procedimento.
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