VicenzaMeglio lUnione europea o le compagnie assicurative? Domanda complicata, in questi tempi di voragini finanziarie pubbliche e di crolli di Borsa. A entrambi questi soggetti tutti si aggrappano o per salvare gli stati, e quindi i Bot, o per stipulare una polizza in grado di anestetizzare il futuro. Solo gli alluvionati veneti, quelli che un anno fa furono sommersi dal fango e dalle acque tracimate da fiumi imbelviti, hanno la risposta pronta: meglio lUnione europea che almeno, come ha preannunciato il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, starebbe per staccare un assegno di poco inferiore ai 20 milioni di euro a favore delle famiglie colpite. Quanto alle compagnie assicurative, nessuna pare invece disposta a sottoscrivere una polizza che tuteli gli alluvionati da un bis che nessuno si augura ma da cui tutti vorrebbero proteggersi.
Nossignori, niente assicurazione. Forse perché il conto pagato per il disastro dellanno scorso è stato troppo salato? «No - ha spiegato un broker assicurativo al Corriere del Veneto - più semplicemente perché ad oggi le istituzioni stanno sì attuando diverse soluzioni per evitare che una nuova alluvione si ripeti, ma non hanno ancora portato a termine nessuno di questi progetti». Traduzione: i motivi di debolezza infrastrutturale che un anno fa hanno, come dire, consentito allalluvione di causare danni ingentissimi sono ancora tutti lì, lungo gli argini o nei campi confinanti.
Per questo i molti vicentini devastati dal Bacchiglione, in centro città come a Cresole di Caldogno, che si sono presentati nelle varie agenzie delle compagnie assicurative per chiedere un preventivo per la polizza «anti-alluvione» si sono sentiti rispondere un «no, grazie» cortese ma fermo. Qualche eccezione è stata fatta per delle aziende, probabilmente allinterno di un pacchetto di offerta molto più ampio, ma nel caso delle famiglie la tendenza è quella di respingere al mittente la richiesta.
E pensare che a luglio Luca Zaia, governatore del Veneto e, per tutta la fase demergenza, commissario delegato dal governo per gestire il post-alluvione, aveva interpellato una quindicina di compagnie assicurative per chiedere «forme di dialogo che permettano ai cittadini di mettere al sicuro la propria esistenza materiale in un momento in cui è vistosa lassenza di risorse da parte dello Stato».
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