«Cassano? Giocherà quando sarà opportuno»

Fabrizio Aspri

Tra pensieri, messaggi e chiarimenti, Spalletti si tuffa nel passato, ospita all’Olimpico la «sua» Udinese e analizza ai raggi x il tema-Cassano. La voglia di sfornare un ciak casalingo strappa-applausi è palpabile ed emerge prepotente tra le pieghe di una vigilia vissuta tra brividi ed emozioni.
«Già – spiega – saranno novanta minuti intensi. È vero, conosco bene i miei ex giocatori. Ma non penso potrà rivelarsi un vantaggio: sono bravi ed è difficile anticipare le loro intenzioni. Sarà bello rivederli e ringraziarli per la disponibilità mostrata nei miei confronti. Gente come Sensini, Bertotto e De Sanctis, ha dato tanto in questi anni». Tutto bene, dunque. Modello libro Cuore. Ma le sorprese non mancano. E dopo il sereno, arriva una tempesta di parole.
Il destinatario è illustre, si chiama Giampaolo Pozzo ed è il patron del club friulano. «Mi ha fatto un paio di offese gratuite – ricorda l’allenatore - e difficilmente potrò dimenticarle. Cosa ha detto? “Stendiamo un velo pietoso su Spalletti”. Del premio-Champions che mi aveva promesso, invece, non voglio parlare: per me, l’avventura in bianconero, si è comunque chiusa bene». Il nastro scorre e il rullo passa in rassegna le immagini di Cassano. Il barese, prossimo a siglare l’accordo con la Roma, chiede spazio e sgomita per recitare un ruolo da protagonista. Ma Spalletti, prima di ridisegnare assetti tattici e dar vita ad inevitabili avvicendamenti, fa chiarezza sull’argomento del giorno. «Come lo gestirò? Come ho fatto finora – ammette – e come faccio con gli altri. Tenterò di fare meno differenze possibili: sono quelle che creano disturbi». Poi il monito. «Vorrei ricordare – incalza polemicamente - che dopo aver vinto per 3-0 fuori casa, cosa che non accadeva da una vita, non si può parlare di Cassano senza prima aver fatto i complimenti a chi è riuscito nell’impresa. Non credo abbiate dato risalto a questo particolare. Le mie considerazioni sono altre, non collimano con le vostre. Nell’amichevole che abbiamo giocato con la Primavera, ad esempio – prosegue Spalletti, rivolgendosi ai cronisti - avete riempito pagine con le gesta di Cassano. Ma nessuno ha sottolineato che Montella ha realizzato tre gol. Certo, fa piacere che Antonio venga dalla mia parte o che si alleni e si comporti in modo tale da farci ritrovare presto il campioncino che è. Però non dobbiamo perder di vista la realtà».
Limpido e cristallino. Quasi a voler dire che, a meno di clamorose sorprese, l’inserimento del barese nello scacchiere giallorosso, avverrà per gradi, al fine di evitare malumori e smottamenti tattici. «Quando giocherà dal primo minuto? È un problema mio – risponde a tono – e ciò accadrà quando lo riterrò opportuno. E poi lo sapete: la formazione la rendo nota la domenica mattina». Confermiamo. Ed escludiamo colpi di scena o conigli che, uscendo dal cilindro, calamitano attenzioni e sorrisi. «Non lo nego – conferma il tecnico –. In settimana ho provato Aquilani insieme a De Rossi, la difesa a tre ed altre cose ancora. Ma posso solo anticipare che Curci sarà il titolare e che Tommasi tornerà tra i convocati». Ringraziamo sentitamente. E proviamo ad «abbozzare» la formazione anti-Udinese. In difesa Panucci e Cufrè esterni, Chivu e Kuffour in mezzo, in mediana De Rossi e Perrotta, Taddei e Mancini esterni, Totti ad inventare sulla trequarti e Montella in zona avanzata. «La Roma non vince da febbraio in casa? È un dato di fatto ed è il segno che nel calcio è difficile spuntarla contro chiunque.

Ma ho visto la squadra vogliosa: riusciremo a fare una buona prestazione. Cosmi? È un tecnico diretto, trasparente. Lo stimo». Un successore degno di nota, quindi. Contro il quale Spalletti, numeri alla mano, è imbattuto: un successo e quattro pareggi. Niente male, vero?

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