Per la Cassazione padre Fedele non andava liberato

La Suprema corte ribalta la decisione del Tribunale della libertà: «Udienza da rifare. Il religioso: «Credo solo nella giustizia di Dio»

Nino Materi

Padre Fedele non tornerà in carcere ma torna sotto accusa.
Il tribunale del riesame dovrà riconsiderare la scarcerazione del sessantanovenne frate francescano indagato per violenza sessuale ai danni di una suora. Lo ha deciso la terza sezione penale della Cassazione, annullando con rinvio l'ordinanza del tribunale del riesame di Catanzaro con cui il religioso era tornato in libertà.
Il collegio della Suprema corte, presieduto da Pierluigi Onorato, ha così accolto il ricorso presentato da pm di Cosenza Claudio Currelli, anche per quanto riguarda la scarcerazione del segretario del frate, Antonio Gaudio, accusato anch'egli di violenza sulla suora. Il religioso era finito in manette il 23 gennaio scorso, mentre per Gaudio erano stati disposti i domiciliari: dopo qualche giorno passato nel carcere di Cosenza, padre Fedele aveva ottenuto gli arresti domiciliari, trascorsi nel convento dei cappuccini di Belvedere Marittimo, fino alla scarcerazione avvenuta nello scorso maggio.
Gaudio, invece, era tornato in libertà il 24 febbraio. Contro padre Fedele, da molti anni impegnato a fornire aiuti e accoglienza a immigrati e disagiati a Cosenza, con la struttura d'accoglienza Oasi francescana, le dichiarazioni di una suora: questa, infatti, denunciò di aver subito violenza da parte di don Bisceglia e del suo collaboratore, e in alcuni casi anche con altre persone, da febbraio a giugno 2005. Il riesame di Catanzaro aveva però rilevato nel racconto della religiosa diverse contraddizioni e dunque lo aveva ritenuto inattendibile, versione evidentemente non accolta dalla Cassazione. Il religioso era ieri a Roma, ma non ha potuto assistere all'udienza e, dopo il pronunciamento degli ermellini, si è limitato a commentare: «Possono processarmi all'infinito ma io sono innocente. A questo punto confido solo nella giustizia di Dio. A quella degli uomini non credo più...».
Delusi anche i suoi avvocati difensori, Tommaso Sorrentino e Eugenio Bisceglia: «Siamo senza parole, non c’erano motivi per annullare l'ordinanza di scarcerazione. Attendiamo comunque di leggere le motivazioni. Il tribunale della libertà aveva motivato la sua decisione puntando tutto sull’inattendibilità della suora, ma tralasciando i singoli casi relativi alle presunte violenze. Su questi specifici punti la Cassazione chiede ora al Riesame di esprimersi con maggiore compiutezza».
«Le dichiarazioni di suora Tania, la religiosa che ha riferito di avere subito violenze sessuali ad opera di padre Fedele Bisceglia - recita il dispositivo depositato ieri dal giudici della libertà - non presentano quella precisione, costanza e coerenza logica necessarie per assumere, sia pure a livello meramente indiziario, dignità di prova». In particolare i giudici esprimevano un giudizio di inattendibilità nei confronti della suora sottolineando le contraddizioni che caratterizzano le sue dichiarazioni e la «presenza di elementi di non univoca interpretazione». Di qui la revoca dei domiciliari e il trasferimento in un monastero in Corsica.

Prima di lasciare la Capitale, padre Fedele ha salutato i giornalisti accomiatandosi con questa frase: «Mi auguro che la suora che mi ha denunciato si faccia un esame di coscienza e chieda perdono. Io prego per lei e la perdono».

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