Il Cav: "Non cado e vado avanti" Ma Bossi: "Niente è scontato"

Il presidente del Consiglio al Senato si dice sicuro che la maggioranza porterà a termine la legislatura: "Sono certo che questo governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare". Poi condivide l'appello alla coesione e alla responsabilità lanciato dal capo dello Stato e attacca la richiesta di dimissioni dell'opposizione: "E' assolutamente fuori luogo, l'Italia continua a essere governata da chi ha vinto le elezioni". Poi parla del suo futuro: "Non voglio rimanere per sempre a palazzo Chigi e fare a vita il leader del centrodestra". In vista della verifica di domani alla Camera Bossi agita le acque: "Non c'è nulla di scontato. Vediamo"

Il Cav: "Non cado e vado avanti" 
Ma Bossi: "Niente è scontato"

Roma - Avanti fino al 2013. Il presidente del Consiglio che si presenta al Senato è battagliero e convinto della forza della propria maggioranza. "Sono certo che questo governo uscirà rafforzato da questo passaggio parlamentare", dice il premier riferendosi al dl sviluppo che ha passato l'esame alla Camera, ottenendo la fiducia con 317 sì, e che ora deve passare da Palazzo Madama per il via libera definitvo. Il presidente del Consiglio ha poi ribadito con forza la volontà di rafforzare maggioranza e governo rilanciando i 5 punti qualificanti del programma fino al 2013, dal federalismo fiscale, alla riforma della giustizia, fino all’immigrazione, alla sicurezza ed al piano per il Sud. "Dobbiamo fare la riforma costituzionale, prima della pausa estiva presenteremo un disegno di legge costituzionale per la modifica dell’architettura, sarà una riforma storica", ha annuciato il premier.

Bossi mette pepe sulla verifica "Niente è scontato. Vediamo". Così risponde il leader della Lega, Umberto Bossi, ai cronisti che lo "circondano" a Montecitorio domandogli se, alla luce di quanto è avvenuto oggi al Senato, la verifica prevista per domani alla Camera sia un dato scontato. Sulla maggioranza che oggi ha registrato oggi alla Camera 317 sì, il leader della Lega replica: "È importante che passino le cose. Poi - aggiunge riprendendo l’intervento di Pontida - l’importante è mettere le ganasce a Equitalia. Ci sequestrano le case ed i trattori. E Berlusconi pensava di vincere le elezioni così...".

Il governo ha salvato il Paese "La politica economica dell’esecutivo ha salvato il Paese dalla minaccia di un default finanziario e cioè dal fallimento. Nel 2008 Italia aveva un rapporto deficit pil superiore all’area euro. Quel rapporto da allora èsempre stato inferiore, ora è superiore solo ala Germania che non è gravata dalle eredità del passato. Abbiamo rischiato di essere travolti da crisi e subire passivamente gli effetti negativi della speculazione. Non abbiamo solo parato il colpo ma abbiamo fronteggiato la crisi con autorevolezza ed efficacia senza ricorrere ad altre misure che hanno adottato gli altri Paesi", ha affermato il premier, rilanciando la necessità di una riforma fiscale con tre aliquote più basse e annunciando che verrà fatta prima della pausa estiva. "La riforma fiscale non produrrà buchi di bilancio. Si avrà un sistema equo e benevolo verso chi è in condizioni disagiate, chi risparmia e paga le tasse", ha spiegato il Cav.

L'alleanza Pdl-Lega unica valida "Non ho mai detto "dopo di me il diluvio" e so benissimo che i cimiteri sono pieni di chi si riteneva indispensabile. Ma il rapporto tra Pdl e Lega è l’unico assetto politico in grado di dare governabilità e affidabilità internazionale al paese", ha detto il presidente del Consiglio, aggiungendo che "le divisioni della "minoranza sono ben più gravi dei travagli subiti dalla maggioranza. L’opposizione può certo dare un contributo alle future misure e riforme. Ho sempre auspicato il sostegno di settori moderati dell’opposizione e di chi si riconosce nel Ppe. Ma è stato posto un sì condizionato alla mia uscita: sollecitando un suicidio, si esclude a priori un matrimonio". "Ringrazio il governo e la maggioranza per aver difeso scelte difficili, ma necessarie e di lungimiranza. Poi rinnovo l’amicizia e la stima verso Bossi e gli amici della Lega: hanno provato in tutti modi a dividerci, ma non ci sono riusciti e mai ci riusciranno". Così il presidente del Consiglio ha voluto ringraziare sia gli alleati che i membri del Governo per il lavoro svolto fino ad oggi e per quello che ancora dovranno svolgere.

Dimissioni? Fuori luogo Il Cavaliere poi ha commentato la richiesta di dimissioni avanzata dall'opposizione definendola "assolutamente fuori luogo". "Nessuno - sottolinea il premier - in Europa e nel mondo reclama le dimissioni del Capo del governo a fronte di elezioni locali, l’anomalia è chiedere le dimissioni, questo è un mero esercizio di propaganda, è del tutto fuori luogo, l’Italia continua ad essere governata da chi ha vinto le elezioni". E il Cav ha aggiunto: "Una crisi al buio sarebbe una follia e sciagura per l’Italia".

Ritrovare unità su valori comuni Nel suo intervento, Berlusconi ha poi espresso apprezzamento e condivisione nei confronti dell'appello alla coesione e alla responsabilità lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aggiungendo che "dobbiamo trovare unità sui valori comuni". "Il dibattito di oggi nasce da una sollecitazione del presidente della Repubblica al quale rivolgo un cordiale saluto. Il capo dello stato ha invitato a riflettere in parlamento in merito i mutamenti intervenuti nella compagine governativa invito opportuno e sono certo che governo uscirà rafforzato".

I trasformisti sono altri Sulla compagine di governo, il Cavaliere ha detto che "con la nomina dei sottosegretari di cui 6 eletti nel Pdl ha raggiunto 64 componenti compreso il presidente del Consiglio con le ultime nomine attuali e resta uno degli esecutivi meno numerosi rispetto a quelli che si sono succeduti, come quello ultimo di Prodi". "Alcuni parlamentari eletti nel Pdl sotto il simbolo che aveva scritto "Berlusconi Presidente" sono usciti dalla maggioranza e oggi fanno dell’antiberlusconismo la loro bandiera politica, ma avevano fatto del bipolarismo la loro ragione di vita. Oggi si ritrovano in un terzo polo che vuole il contrario, ma ad essere chiamati trasformisti sono quei parlamentari che per senso di responsabilità hanno deciso di sostenere il governo: è il solito doppiopesismo, ma dico che la notizia vera è che l’Italia continua a essere governata da chi ha vinto le elezioni del 2008 nonostante il tentativo" di ribaltare il governo uscito dal voto politico, ha concluso Berlusconi.

Voglio lasciare in eredità un grande partito  "Sia chiaro - ha proseguito il presidente del Consiglio - non voglio rimanere per sempre a palazzo Chigi e fare a vita il leader del centrodestra, voglio però fortissimamente lasciare all’Italia come mia eredità politica un grande partito ispirato al Ppe; un partito forte trasparente democratico che sia il

baluardo primo". Un'ipotesi che ha trovato subito la condivisione di Urso e Ronchi, i quali hanno dichiarato: "Condividiamo la necessità di avviare subito un percorso per dar vita ad un grande partito ispirato al Ppe".

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